Marco Cesarini Sforza nalisti. Non si tratta più di discutere astrattamente- pro e contro; ma di elaborare, in questa fase, leggi e regolamenti, e, nella fase immediatamente successiva, di impostare la campagna elettorale regionalistica, e cioè di condurre una concreta lotta politica contro quanti tenderanno a dare alle Regioni forme e contenuti limitativi o variamente strumentalistici, mentre, domani, tenderanno ad impadronirsene in sede politica e burocratico-amministrativa. · Sembra possibile affermare che molti dei silenzi e persino dei dubbi che hanno caratterizzato il campo dei regionalisti in questi ultimi mesi siano dovuti, più che ad una crisi, a un ripensamento e una risistemazione di fondo degli ideali di auto-governo che si diffusero nell'immediato dopoguerra. Abbiamo già accennato come, ormai, sia a nostro avviso necessario chiarire i limiti rispettivi del regionalismo e dell'autonomismo, che son due cose diverse. In fondo, come è un retaggio risorgimentale il feroce accentram.ento burocratico-amministrativo e politicoamministrativo del paese, così, per reazione, è un negativo retaggio risorgimentale la visione federalistica o autonomistica, centrifuga e, infine, parrocchiale o corporativa della Regione come opposizione alla . Nazione. Anche la visione d'una Regione come tocca-sana di tutti i mali è stata convenientemente ridimensionata. Come c'era, nella visione dei regionalisti più sinceri e democratici, un _residuo di federalismo, così c'era, a ben guardare, un'ampia sottovalutazione deì problemi di grande spazio, ma di tempo breve, che son propri dei nostri giorni. Esistono altri motivi di ripensamento, di ridimensionamento. Tutti insieme fanno un'evoluzione degli ideali regionalistici, presso gli stessi ambienti favorevoli all'esperimento, che occorre portare chiaramente alla luce, confrontando il vecchio regionalismo (di appena quindici anni fa!) con quello odierno, in modo da dotare quest'ultimo di tutte le armi e tutti gli argomenti necessari per resistere alla prova del fuoco delle realtà. In altre parole: i rappresentanti della nazione si accingono ormai a discutere quelle che saranno le leggi entro i cui disposti sorgeranno e vivranno le Regioni, e noi non vorremmo che si andasse a questa discussione, da parte. dei regionalisti democratici, in condizioni di inferiorità almeno psicologica, non avendo cioè risolto i dubbi e le crisi affiorate nell'ultimo periodo ed essendo, in sostanza, rimasti fermi alle istanze e ai motivi del « vecchio regionalismo », quando l'antiregionalismo si è rinnovato e riarmato sulla base della nuova situazione generale economica, sociale e politica. Ne approfitterebbero subito i due nemici del regionalismo, che son coloro che non vogliono le autonomie regionali e coloro che le vogliono soltanto in funzione strumentalistica. - MARCO CESARINI SFORZA 14 Bibliotecaginobianco I \
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