Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

.. Marco Cesarini Sforza L'educazione all'autogoverno sembra costituire, al· contrario, l'unico tentativo che ancora possiamo porre in essere prima di giungere alla conclusione, evidentemente assurda, che quelle caratteristiche degenerative siano ineliminabili. In secondo luogo, non esiste soltanto l'esperienza siciliana, ma quella sarda, ad essa profondamente contrastante, e quella valdaostana, ancora diversa sia dalla prima sia dalla seconda tanto in sede di risultati politici quanto in sede di risultati economicosociali e di progresso ci~ile. La stessa esperienza siciliana, infine,· è fatta di positivo e di negativo, di ombre e di luci. Ma queste sono le più vecchie e più grossolane ·delle obiezioni « di esperienza » che oggi si fanno alla Regione. Sono stati recentemente portati argomenti nuovi e, in accordo con essi, sono state elaborate nuove linee pratiche di attacco anti-regionalistico. · La Regione, è stato detto ad esempio, è quanto meno inutile, visto che, non disponendo di poteri in materia, appare negata all'assolvimento d'uno dei compiti principali che i suoi sostenitori gli assegnano, e cioè al riordino e riammodernamento dei poteri e dei sistemi amministrativi dello Stato. Già. Ma il sistema regionale non è altro che la premessa e il fondamento di un sistema politico e amministrativo profondamente nuovo e diverso da. quello tradizionale (è· l'anti-risorgimento). La Regione sorge come l'infrastruttura istituzionale di base per la creazione d'una nuova strutturazione. democratica generale. Senza di essa l'ordinamento amministrativo e politico-amministrativo dello Stato non potrà che subire mediocri aggiustamenti mentre sarà la sua presenza a rendere indilazionabile, a un certo punto, il rinnovamento profondo delle istituzioni generali. In accordo con questa obiezione, comunque, è stata rec~ntemente elaborata la linea di resistenza antiregionalistica consistente nell'abbinamento del problema dell'attuazione delle Regioni con quello della riforma burocratico-amministrativa dello Stato. È vero, naturalmente, che le Regioni sono un elemento della riforma generale; ma è anche vero che, mentre le Regioni possono stare anche senza la riforma generale, quest'ultima non può stare senza le Regioni e che, dunque, è dalle Regioni cl1e occorre cominciare se si vuol davvero riformare lo Stato. · Forse ancora più interessante e sollecitatrice è l'altra obiezione, secondo cui la Regione sarebbe già divenuta, nel corso del quindicennio « in frigorifero », una entità economico-sociale inadeguata alle nuove realtà maturate nel frattempo, cioè a dire, con Scelba, uno strumento « incapace di risolvere autonomamente i problemi economici di una società moderna dominata dai grandi spazi della tecnica ». È stato risposto a questa indubbiamente abile obiezione, che nessun 12 Bibliotecaginobianco

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