Lettere al Diret tare appena sfogliato Marx, o si sono contentati di superficiali contestazioni del marxismo. Per questi autori i n1ali della presente società, capitalistica- o neo-capitalistica, non consistono nel contrasto tra le classi, ma nella civiltà industriale stessa e, pertanto, sia in quella capitalistica che in quella socialista. L'alienazione - che è concetto marxiano - viene trasformata, con un giochetto di prestigio, da estraniazione dalla vita reale, che si attua .. nello spossessamento del prodotto e del lavoro umano, in male metafisico che intacca come un virus eterno l'essenza e l'esistenza dell'uomo. Si arriva allora facilmente a parlare di « nuove alienazioni socialiste », quasi riuscendo a concepire la continuazione del regime di sfruttamento capitalistico nel regime opposto, socialistico cioè. Ma di queste prestidigitazioni intellettuali se ne possono combinare quante si voglia, mescolando le nomenclature e stravolgendo l'etimo, il significato storico preciso dei sintagmi filosofici. Ma dove esiste oggi un marxista (e uso questo termine soltanto per co1nodità di esposizione, ricordando che lo stesso Marx tenne a premettere a un suo discorso, pronunciato dalla tribuna dell'Internazionale, che « je ne suis pas 1narxiste », facendo arrossire quanti prima di lui lo avevano inutilmente « fiattè » con il rifiutato aggettivo - errato, si potrebbe dire, per definizione) che pensi di risolvere tutti i problemi dell'uomo moderno con la società comunista? « Il senso tragico dell'esistenza - ho scritto io stesso, pag. 184 - non è certo eliminato (nella società socialista) e l'uomo socialista deve affrontare il mistero della vita e della morte e le incognite del cosmo sullo stesso piano universale degli altri uomini. Questi non soffre più, però, delle contraddizioni tormentose fra il suo essere e la sua coscienza sociali, e la sua identità urnana non si sn1en1bra nella forzalavoro che gli è propria e nel prodotto di questa che gli si presenta come estraneo ... » Soffre d'altro, e forse di più, a più alto livello. Ma non di quell'alienazione che storicamente e filosofica,nente e sociologicamente e socialmente è venuta ad assumere un significato molto concreto, connesso con un certo sistema sociale, e con l'appropriazione dell'u1nanità dell'individuo in un rapporto di estraneità con la natura e con l'uomo stesso. Mutiamo termini, faccia mo ricorso alla ricchezza sempre creabile delle associazioni verbali e diciamo, magari col Friedmann, che « il problema del confort psico-fisiologico si pone ugualmente per milioni di posti di lavorazione a macchine s·emiautomatiche, sia al di qua che al di là delle f rontiere del mondo capitalistico », e potremo trovarci d'accordo. « Gli scompensi e gli squilibri, i drammi e le crisi uma11e che il macchinismo e lo sviluppo delle tecniche possono porre e pongono anche nel mondo industriale socialista, necessitano semmai di nuove definizioni». Altro che « paradiso in terra ». Ma come può, se non in un momento di fretta mentale, un uomo di cultura come il Granata attribuire una « mentalità millenaristica e chiliastica » ( qui c'è tautologia, ma poco importa) a Marx, cioè al filosofo più concretamente storico che la storia della cultura universale abbia conosciuto, al demitificatore classico? Il Granata farebbe bene a rileggersi attentamente i « sacri testi» come dissacralmente li chiamano i marxisti « qui .126 Bibliotecaginobianco
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