Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

• Anna Grappone della cugina monca, troppo ovvia e rapportabile ad una causa immediata e scoperta. Sono, a nostro avviso, questi, difetti trascurabili in un'opera valida come l'ultima dello scrittore marernmano. Del quale ci piace soprattutto la calma con cui costruisce la vita quietamente intensa della sua ragazza; e, ancora, la maniera con cui conduce la « negativa» iniziale ad una lettura visibile per mezzo di una prosa visibile. Non è inutile sottolineare, infatti, a proposito di uno scrittore come Cassola, la puntualità aggettivale di un campo semantico pregnante e assai specifico che si riscontra sempre più raramente nella prosa odierna: puntualità per cui è dato leggere nelle parole e non nelle dissolvenze. Naturalmente, Un cuore arido suggerisce altre considerazioni ed apre altri problemi. Quel che ci sembra necessario dire, a conclusione di questa nota, è che solo con una rappresentazione più corale del rapporto individuosocietà {più ampia di quanto la vicenda della ragazza di Marina di Cecina abbia consentito), potrà venire conferito nuovo slancio ed essere affermata, ancora una volta, la funzione della letteratura come dialogo urgente tra gli uomini e non monologo sterile dell'io con l'io. ANNA GRAPPONE 112 Bibliotecaginobianco

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