Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Recensioni quella specie di spasimo dell'anima ». Ha così un povero rapporto con un ragazzo-.con-maccl1ina; ne diviene l'amante, ma non riesce a dargli niente, ·a prendere niente: conosce però la solitudine, tanto più tremenda nella coppia. « Ormai niente, niente avrebbe potuto sconvolgere la sua vita » - lei è una ragazza « chiacchierata» ed Enrico sposa Bice - « perché la vita, l'essenza vera della vita è qualcosa di intangibile. Niente può intaccarla: e i fatti, quei fatti di cui si parla tanto, e in cui sembra che consista la vita di una persona, sono in realtà senza significato ... la vita vera è come la luce e il calore del sole, qualcosa di segreto e di inafferrabile... Ma Anna non prova invidia. È ormai una donna soddisfatta, quieta e saggia », la quale liberamente decide di non raggiungere Mario in America e di rimanere a Marina di Cecina. È la sua soluzione. In questa decisione - non rinuncia - ci sembra consistere la coerenza, la responsabilità etica di Anna, che si identifica con la coerenza poetica - non monotonia - di Cassala. « Tu sei onesta, sei forse la sola veramente onesta, non agisci mai per interesse» - aveva detto Bice alla protagonista. Ma l'onestà, la sincerità con se stessi e con gli altri, sono un lusso che Anna - a vent'anni, quando non si può essere soddisfatti e quieti - paga, come si diceva, con la solitudine, una triste e cosciente solitudine. Lentamente scopre le cose e i suoi ricordi vengono assorbiti dai luoghi - i luoghi si conservano come nei ricordi - dove ha vissuto, dove ha avuto esperienza: « Io sono come i gatti, - ripete a se stessa - mi affeziono più ai luoghi che alle persone ». La ragazza di Fausto ed Anna (1952) è diventata dunque adulta in Un cuore arido, che vede la luce dopo dieci anni durante i quali il narratore ha fatto molta strada. Essa non si concede sollecitazioni di memoria di un'età mitica, è definitivamente disincantata. Ma anche se questa maturità si sospetta in gran parte romanzesca, l'Anna istintiva-cosciente, per la quale l'esperienza è catarsi, si preferisce senz'altro alla Mara istintiva-incosciente de La ragazza di Bube, per la quale l'affetto è un dovere e solo Bube « che doveva fare quattordici anni di carcere era vero ... tutto il resto, la gioventù la bellezza l'amore non era stato niente, era stata una beffa e niente altro». I motivi di questa scelta .- che è prima di tutto scelta dell'autore - non è improbabile siano gli stessi che fanno preferire il volto di donna di Modigliani (sulla sovracoperta di Un cuore arido) al volto disegnato da Zandomeneghi (per La ragazza di Bube): il primo, moderno, consapevole, essenzializzato; quest'ultimo, provinciale e greve di un sentimentalismo alla Renoir. Quanto al racconto in sé, c'è da dire poi che esso sembra faticosamente dilatato - qua e là - ne!la misura del romanzo. Tra l'altro, pare che a Cassola sfuggano i fili conduttori dei personaggi minori: così Bice - come simbolo di adesione generica alla vita, e quindi opposta ad Anna - aiuta in maniera assai facile il disegno della protagonista. In funzione della stessa, infine, appaiono la rabbia dello zio e la ricerca di sensazioni a buon mercato da parte della giovane villeggiante ed anche, in certa misura, la solitudine 111 Bibliotecaginobianco

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