Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

• • Anna Grappone l'autore ha preferito rifarsi diretta1nente alla narrazione essenziale di Il taglio del bosco. La vicenda di Un cuore arido si svolge nei primi anni dopo il 1930: in una atmosfera di conformismo, di fascismo e di rinato clericalismo, dunque. Anna, la protagonista, ha « fattezze regolari... ma il bello di Anna sono gli occhi: verdi, cosa rara in una bruna. E la voce quasi rauca, quasi cavernosa ... pure, ci vuole del tempo per accorgersi di lei ». Orfana dei genitori, vive e lavora da sarta, come la sorella Bice, a casa di una zia a Marina di Cecina. È appena trascorsa un'altra estate e la vita, nel paese di mare che fa da sfondo ai fatti narrati, riprende il suo ritmo consueto, dopo il tempo di villeggiatura, e « gli sguardi di curiosità delle donne sono lì a confermarlo». Enrico, il bagnino, l'amico di giuochi e di recite parrocchiali, è innamorato di Anna; ma la ragazza ama un soldato e poco importa che Mario continui ad essere il « fidanzato » di Bice, se solo lui riesce a farle credere che nessuna è come lei: « tu non so, hai qualcosa ... qualunque cosa tu faccia, la fai in un niodo diverso dalle altre». Questo amore fa compagnia ad Anna, la quale abbandona tutte le sue difese e lo vive in una irragionevole (o ragionevole?) paura di perderlo. Per la prima volta riesce a trovare nel suo cuore arido una potenza di amore consentita solo a chi non è stato disponibile per qualsiasi avventura; da questo momento finanche l'aria la eccita, privandola di ogni sentimentalismo. Nel suo fatto privato, più forte, più essenziale del rapporto coesistente Mario-Bice, la giovane supera l'incomunicabilità umana (si noti uno dei motivi ricorrenti nell'opera di Cassala: l'incomunicabilità superata in parte o, meglio, per breve spazio di tempo, nella coppia o nel clima di tensione morale di un avvenimento eccezionale come la Resistenza) e prende l'uomo con il corpo, « perché non vuole più essere la stessa, perché vuole che lui le lasci un segno ». Gesto isolato, fine a se stesso, irrazionale, quello di Anna? Non sembra, o almeno non è tale per Cassala. Seguiamo la vicenda, che è prima di tutto la « storia » interna della protagonista: anche se il comportamento di Anna - ci suggerisce l'autore - è tale da confermare i limiti di un particolare tipo di educazione, è proprio col suo atto « eccezionale», nella coscienza della necessità di esso, che il personaggio si ribella al conformismo e, operando un definitivo distacco dalle convenienze, si oppone - nella realtà - al senso comune. Mario quindi parte, va in America, e poiché « lei l'America non riesce nemmeno ad immaginarla» non le resta che rifiutare anche il ricordo. Perciò non si concede pietà, da questo momento, e « tutto le sembra nuovo, ancora una volta, benché tutto sia consueto ». L'inverno, più lento, è passato, ritorna l'estate dei luoghi (ed è opportuno sottolineare quanto il Cassala viva quell'aria, quei boschi, quel senso di vita dell'estate, e come, in certe descrizioni, l'impegno sociale si spenga nell'elegia agreste, svelando la matrice romantica del realismo dell'autore), e lei, nel tentativo di ritrovare la felicità, di ripetere i gesti che già le dettero la sensazione della felicità - ché solo più tardi, infatti, ne imparerà l'eccezione - riprende a cercare « quella gioia acuta che sconvolge il cuore, 110 Bibliotecaginobianco --

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