Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

• Mario Caciagli - Piero Craverì Il linguaggio sarcastico invelenisce alcuni dei giudizi su uomini, partiti e situazioni, ma rende i più estremamente pregnanti. I massimalisti sono le vittime preferite della penna di Salvemini (ne pre11diamo uno fra tanti: « ..• non avevano l'abitudine di pensare »), ma i giudizi più duri sono forse .quelli su Facta, D'Annunzio e Vittorio Emanuele III. Facta è definito « uno dei maggiori idioti di tutti i tempi e di tutti i paesi». Di D'Annunzio, « capobanda » dei nazionalisti, Salvemin.i dice: « Questo dilettante di sadiche emozioni stava invecchiando, e la sua arte perdeva il vigore della giovinezza. I suoi scritti di quegli anni fanno pensare ai sogni di gloria, di ricchezza, di sangue e di concupiscenza di un cameriere ». Infine, la descrizione della figura del Re il giorno della cerimonia di inaugurazione della nuova Camera nel dicembre 1919, seduta a cui Salvemini aveva assistito, è in tutto degna di un grande scrittore satirico: « Il Re, in piedi su uno sgabello preparato davanti al suo seggio perché sembrasse meno piccolo, le mani incrociate sull'impugnatura della spada, cercava, senza riuscirci, di assumere un'aria maestosa; i suoi occhi incerti e sbigottiti sembravan quelli di un cane uscito allora dall'acqua dopo aver corso rischio di annegare». MARIO CACIAGLI Educazione e storiografia Sono state raccolte in un volume dal titolo, Trent'anni di storia italiana (1915-1945), (Einaudi, Torino, 1961), le lezioni che per iniziativa di alcune associazioni culturali si tennero dall'aprile al giugno del 1960 a Torino sulle vicende che dalle origini del fascismo alla sua caduta coinvolsero quest'ultimo e il nostro paese. Seguendo il suggerimento di un'analoga iniziativa promossa a Roma dal partito radicale, da cui è stato poi tratto il volume Lezioni sull'antifascismo, (Bari, 1960), queste « lezioni» sono corredate di numerose ed interessanti « testimonianze» di persone che furono protagoniste e partecipi di quelle vicende. Per la vasta eco che ebbe, il gran numero di adesioni, il folto pubblico che richiamò, questa manifestazione merita di essere considerata non tanto dal punto di vista del contributo arrecato· al dibattito storiografico, quanto piuttosto perchè documentano un tentativo di reagire a un cliina diffuso nel nostro paese, di disinteresse innanzi ad alcuni temi fondamentali della nostra vita civile. Non a caso, quindi, i promotori di questa iniziativa scelsero la forma delle « lezioni con testimonianza » al fine di coprire le lacune del nostro sistema scolastico alieno dallo svolgere questo compito di formazione democratica. Né si può dire che oggi questa situazione sia del tutto superata; e certo non sono le recenti circolari ministeriali tendenti ad estendere i programmi fino alla seconda guerra mondiale in .modo obbligatorio, e 104 Bibliotecaginobianco I I

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