Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

• Nicola Tranfaglia La mobilità sociale negli Stati Uniti « I cacciatori di prestigio - per Vance Packard - sono individui perennemente impegnati nello sforzo di circondarsi di simboli evidenti della classe superiore cui aspirano. E il fatto che milioni di americani si preoccupino del proprio prestigio va accentuando la stratificazione sociale negli Stati Uniti ». La descrizione di questo fenomeno, dei mutamenti che ha già prodotto nel costume americano, degli eventuali rimedi per porvi fine costituiscono la materia della nuova inchiesta condotta nel '59 dall'autore de I persuasori occulti e pubblicata quest'anno dall'editore Einaudi nella traduzione di Giancarlo Buzzi, col titolo, appunto, di / cacciatori di prestigio. I cacciatori di prestigio - ovviamente - non può essere paragonata alle analisi di Galbraith, di Riesman e di White sulla società statunitense del secondo dopoguerra: manca, nell'opera di Packard, qualsiasi attenta considerazione delle istituzioni su cui si regge la vita politica e sociale degli Stati Uniti, né sono considerati, neppure per un momento, gli strumenti essenziali della democrazia occidentale e la loro capacità di operare con efficacia in quello che è, senza dubbio, esempio fra i più caratteristici e fra i più complessi della moderna civiltà di massa. Si tratta, piuttosto, di un'indagine giornalistica, a cui numerosi sondaggi statistici hanno finito per conferire una certa attendibilità, anche dal punto di vista sociologico. Packard ha costruito, intorno al concentramento sociale dell'americano medio, un vero e proprio mosaico di opinioni, composto di indagini condotte in periodi differenti, e per di più in settori rigorosamente limitati. Le deficienze di un metodo così approssimativo non hanno bisogno di essere a lungo illustrate: basterà, per esemplificare, ricordare che non di rado abitudini e modelli di cultura riscontrati in piccole città di provincia sono presentati nel libro come tratti costanti in tutti i quarantano,ve stati; oppure che determinati lavori ideali od elaborati in vista di precisi fini di ordine pratico sono interpretati tenendo conto esclusivamente delle idee - prima di tutto quella per cui la società americana sarebbe rigidamente classista - che sono all'origine dell'opera. Ma - quel che è più grave - l'autore de I cacciatori di prestigio, studiando la stratificazione sociale negli Stati Uniti, ha creduro di individuare, attraverso i cosidetti « simboli del prestigio», l'esistenza di cinque classi ben delineate; e di qui ha tratto lo spunto per una violenta requisitoria contro la democrazia, nelle sue attuali forme istituzionali. Ha così alimentato un equivoco che ha fornito a molti il pretesto per una critica radicale e poco obiettiva della società americana. È sufficiente, in realtà, trovarsi di fronte a differenze di reddito, di costumi, di tradizioni in un paese che ospita cento milioni di individui per dedurre che le istituzioni non funzionano, che si tratta di una società ordinata secondo classi? O non è necessario, invece, perché quest'ultima ipotesi risulti esatta, che esistano vere e proprie divisioni -tra l'una e l'altra categoria di cittadini, che impediscano al singolo il passaggio dall'uno all'altro 90 \ Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==