Le retroguardie della conservazione, agli assetti interni dei vari stati, agli organi del potere pubblico, alla macchina amministrativa dello Stato; e tuttavia tutto resta apparentemente fermo, tutto si logora senza rinnovarsi, tutto continua ciò nonostante a resistere all'urto della insoddisfazione pubblica. Il caso dell'Italia può essere· sufficiente a darci una idea precisa del fenomeno di cui qui si discorre : è il caso di un paese il quale da otto anni è immobilizzato per la paura di imboccare una strada che dovrebbe prima o poi portare ad un nuovo equilibrio politico, più rispondente alle aspirazioni popolari e alle esigenze di una società come la nostra trasformatasi con ritmo vertiginoso in un decennio fino al punto da presentare ora un volto appena riconoscibile a chi abbia il solo ricordo dell'Italia degli anni quaranta. Qui, nel nostro paese, non sono mancate e non mancano le voci, le aspirazioni al rinnovamento; ma esse sono state ignorate o frustrate nell'azione pratica; sicché ci siamo fatti cogliere, come società, alle soglie degli anni sessanta, in una fase, in uno stadio di crescita troppo avanzato rispetto alla capacità, alla volontà e ai programmi della classe politica, soprattutto di quella parte della classe politica che milita nelle file democristiane ed è la sola che può prendere decisioni capaci di modificare sostanzialmente l'attuale stato delle cose, almeno per ora e per i prossimi anni. Ma situazioni, problemi analoghi si riscontrano anche altrove. Sarà compito dello storico futuro cercare di individuare perché ciò sia accaduto, perché questa inerzia della politica di fronte al corso delle cose, cioè - potremmo dire altrimenti e più chiaramente - al cammino della società; e certo bisognerà pure spiegarsi, un giorno, tutto questo e poter dire perché la sollecitazione delle forze nuove liberate dal mutamento della realtà sociale non è stata sufficiente a provocare, in tanti anni, un progresso sostanziale delle forme e degli equilibri politici; dire perché - per limitarci all'esempio italiano - resiste lo Stato accentratore, restano dominanti gli interessi di gruppi ristretti, perché il potere politico continua a rimanere sensibile alla volontà delle oligarchie economiche, perché l'amministrazione pubblica, l'apparato burocratico e tutto l'ordinamento che regola la nostra vita associata malgrado abbisognino di rimaneggiamenti profondi restano intangibili, presid:i di privilegi più che organi al servizio dell'intera collettività. E bisognerà mettere in chiaro la logica per cui mentre i più, organizzati o meno nei partiti, prell?-ono per una soluzione progressista dei problemi dello Stato e della società, in quasi tutti i paesi dell'Occidente essi debbono cedere alla soluzione moderata, vale a dire al mantenimento attuale delle cose_ che giova solo a quei ceti i quali sono riusciti 7 -- Bibliotecaginobianco
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