Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

• GIOVANNI Russo in un suo « servizio » per il « Corriere della Sera» dedicato alla cultura napoletana ha posto un problema che ·merita di essere considerato scrupolosamente. « I giovani, oggi, - ha scritto Russo - possono leggere anche mediocri filosofi e storici marxisti o di altre dottrine, in testi diffusi a centinaia di migliaia di copie dalle edizioni popolari, mentre i libri di Croce costano per loro ancora troppo»; e sulla base di questa osservazione, purtroppo rispondente alla realtà, egli si domandava, nel citato « servizio », come mai non si sia pensato a « una edizione popolare a grande tiratura dei libri più importanti del filosofo napoletano ». L'osservazione, dicevamo, rispecchia la realtà. Da tempo, infatti, i libri di Croce sono scomparsi dalle vetrine delle librerie; e ciò è avvenuto proprio quando le stesse vetrine hanno cominciato a richiamare l'attenzione dei giovani lettori sulle collane dei classici del pensiero messe in vendita a buon mercato. Il successo di tali collane è indiscutibile, e si spiega per molti motivi, non ultimi il basso prezzo e la veste moderna in cui si presentano, che attira non meno del primo. I libri di Croce, invece, oltre a presentarsi ancora in una veste tipografica antiquata, si vendono a prezzi che sono proibitivi per i giovani; i quali, naturalmente, finiscono per rivolgersi a quei libri che il mercato editoriale, diventato anche in Italia « aggressivo », offre a buone condizioni 80 Bibliotecaginobianco IN .CORSIVO e dappertutto, perfino nelle edicole delle stazioni ferroviarie. Noi abbiamo interpellato molti giovani, iscritti a circoli culturali, studenti diligenti, lettori di molti libri: quasi tutti ci hanno risposto che non hanno letto Croce. Perché? Anche perché non sono stati sollecitati a farlo dal mercato editoriale, a cui va d'altra parte il merito di averli spinti a leggere molti dei testi che hanno letto. Come si spiega, per esempio, che tanti giovani hanno letto o stanno leggendo le lettere di Machiavelli? che l'Italia contemporanea di Chabod è andata letteralmente a ruba? che un grande successo ha avuto anche la collana dei « classici della democrazia» edita dal Mulino? La risposta è ovvia. Ma, stando così le cose, non è difficile immaginare quale rilancio costituirebbe per tutta l'opera crociana presso i giovani la pubblicazione della Storia d'Europa, della Storia d'Italia, della Storia del Regno di Napoli, in una veste e a un prezzo paragonabili a quelli dei testi che abbiamo citati. Non si dica che uno studioso serio legge comunque Croce, indipendentemente dalla veste e dal prezzo dei volumi. Questo è vero, ma il problema è un altro. Il problema che noi riproponiamo è di far sì che Croce entri nella formazione della cultura generale degli italiani, nella loro f or1nazione etico-politica, anche e soprattutto se fanno i tecnici e non gli storici o i filosofi di professione. Ora sta avvenendo proprio il contrario:

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