Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Giuseppe Ciranna di contraddirsi, anche a costo di contraddire il corso degli eventi cui accennava il « New York Times ». Il quadro della situazione politica odierna di molti paesi europe_i ha singolari e preoccupanti analogie con quello che della situazione ·francese tracciava Herbert Liithy qualche anno fa: tali paesi sembrano fermi al punto morto della indecisione dei pubblici poteri di fronte a problemi che esigono soluzioni coraggiose e sovvertitrici dei vecchi schemi mentali e di antiche posizioni di privilegio; essi sembrano para ... lizzati dalla confusione e dall'assenza di volontà dei partiti e della classe politica, la quale più che dominare si lascia trascinare dagli eventi, dal corso delle cose. In questi paesi sono in numero sempre più considerevole coloro che mostrano di intuire, di rendersi conto . . ' che qualcosa, anzi troppe cose non vanno, non possono nmanere cosi come sono e devono perciò essere modificate, a cominciare dai quadri che sono al vertice delle strutture politiche e dalle strutture politiche stesse, le quali esigono un radicale rinnovamento: ma pochi sembrano disposti a impegnarsi fino in fondo su questa strada. La storia di molti paesi europei negli ultimi anni è la storia delle occasioni perdute per il contrasto insorto tra la coscienza, l'aspirazione a nuovi e più razionali equilibri politici e sociali e l'inerzia, il rifiuto delle classi dirigenti a rendersi interpreti della volontà di rinnovamento che è maturata in larghi strati popolari; rria è anche la storia della resa sistematica della pubblica opinione, o se si preferisce della sua sconfitta. Perché un dato emerge con tutta evidenza se ci si volge indietro a considerare gli avvenimenti degli ultimi lustri, il mondo degli anni cinquanta e la realtà che ci circonda: malgrado le vicende grandiose che hanno dominato la vita internazionale e la vita interna di molti paesi europei ed extraeuropei e malgrado le trasformazioni profonde della società provocate dalle conquiste della tecnica e sollecitate dal sempre crescente diffondersi dei benefici della produttività che rimescola ceti e classi sociali, gli assetti politici e le istituzioni non hanno subìto modifiche sostanziali; e anche quando istituti innovatori sono stati introdotti nei rapporti fra gli stati, lo spirito con cui le classi dirigen_ti si sono decise a secondare ed accogliere tali innovazioni è stato di rassegnazione. In sostanza la crisi di cui tanto si discorre, la precarietà delle situazioni interne di molti stati europei - i quali pure attraversano una fase di benessere economico quale mai conobbero nella loro lunga storia - hanno origine e si identificano con l'inadeguatezza delle forme e degli equilibri politici, rimasti spaventosamente arretrati. Sicché tutto viene posto ormai in discussione: dalle posizioni di potere dei gruppi e dei ceti che esprimono lo spirito, la volontà, gli interessi 6 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==