Argomenti sione politica ancora di sostegno, con misure in prevalenza di esenzione, agevolazione, protezione ecc .. Tanto è vero che il « Rapporto » ha consigliato: il consolidamento ventennale, a bassissimo tasso, dei debiti attuali; la riduzione dei contributi unificati del 50 per cento; maggiore margine di esenzione fiscale per i redditi catastali; l'obbligo per i comuni e le provincie di mantenere la tassazione locale in limiti non superiori al doppio di quella erariale; l'anticipazione statale delle spese di bonifica; l'estensione massima dei contributi statali alla meccanizzazione; un fondo minimo di 50 miliardi quale riserva del Ministero dell'Agricoltura per intervenire tempestivamente in favore delle produzioni che di volta in volta ne avessero bisogno; l'estensione alla benzina delle facilitazioni fiscali previste per i carburanti agevolati; un larghissimo potenziamento della previdenza sociale in agricoltura senza oneri contributivi per le aziende, ossia un sistema di sicurezza sociale fondato sulla solidarietà nazionale. Un complesso di provvidenze, dunque, per un valore, diretto o indiretto, di 300 miliardi annui. Sono tutti provvedimenti che potrebbero avere una loro funzione se inquadrati in un piano di sviluppo, qualora, come contropartita, si richiedessero sostanziali sacrifici, per accelerati ritmi di sviluppo, ai proprietari terrieri: ma, in mancanza di un piano, prendono l'aspetto di tanti regalini di Natale, come è stato detto, per le singole organizzazioni e i gruppi operanti nel settore. Inoltre, poiché qualcuno dovrà pagare, si avrà un prelevamento di redditi ed una redistribuzione da altri settori, a fini non produttivi, ma di semplice assistenza. L'obbiettivo di qualsiasi politica democratica di intervento nel settore agricolo rimane quello di arrivare, nel giro di pochissimi anni, a creare 11na agricoltura economicamente efficiente e socialmente evoluta, nel quadro di un armonico sviluppo generale dell'economia ed in funzione dell'esigenza sempre più pressante di raggiungere un grado sufficiente di competitività nell'ambito del Mercato Comune Europeo. Il « Rapporto » accoglie questa linea (scaturita da quella che abbiamo altra volta chiamato la « convergenza» della sinistra democratica, cattolica e laica, nel corso della Conferenza), anche se poi non prevede strumenti adeguati e direttive di politica agricola pienamente atte a seguirla. In primo luogo, una nuova politica agricola richiede organizzazioni e servizi nuovi, o resi idonei allo scopo mediante sostanziali riforme e non con semplici attribuzioni di nuovi compiti. Così, per quanto riguarda la programmazione degli investimenti, bisogna tener conto che la funzione di coordinamento degli interventi può essere attribuita solo ad un organismo centrale, tecnico e politico, che non potrà essere se 73 Bibliot.ecaginobianco
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