Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

La rottura dell'unanimità nel P.C.l. dibattito alla base e alle masse lavoratrici; asserisce - tra lo sbalordimento dei conformisti e dello stesso interessato - che « l'intervento , di An1endola alla precedente riitnione del e.e. ha avuto un'eco così favorevole perché interpretava esigenze reali e spinte prof onde già presenti nel partito ». Taluni oratori dosano sapientemente le affermazioni conformiste con rivendicazioni più audaci. Così SANDRIconclude una serie di affermazioni generiche, con una esaltazione del Comitato Centrale come « itnico organo competente alla discussione e alla decisione » quando siano in gioco questioni di indirizzo politico generale: è u11a frecciata ai bonzi della Direzione. Parlando a nome dei conìu11isti genovesi CERAVOLOsi dice anche lui contrario alla « stratificazione » del dibattito tra gli organismi direttivi, frutto di una « coriceziorie errata del monolitismo ». TRENTINdenuncia i « troppi momenti di sosta » nell'iniziativa del P.C.I. e le « i11sufficienze di orientamento generale », suggerendo di sviluppare uno spregiudicato impegno « verso le altre forze politiche che oggi si muovono per un governo di centro-sinistra p·rogranzn1atico». ALINOVIecheggia la tesi di Amendola, preoccupandosi tuttavia di dissipare la sensazione che si voglia attribuire « a questo o qitel compagno il merito del dibattito ». GRIFONE,un altro meridionalista, sostiene che la causa dei ritardi larnentati dal Partito 11el Sud va ricercata anche nella « insufficiente o limitata risposta ai problemi della libertà e della democrazia », posti oggi dai ceti medi e dai contadini del Mezzogiorno. ALICATAasserisce che il P.C.I. ha oggi 111aggiori possibilità di intervento attivo nella situazione, che nor1 all'epoca della prima operazione dj centro-sinistra, nella primavera del 1960. XIII Non tutti gli innovatori, però, si sono lasciati impressionare dal giro di vite della Segreteria Generale. Taluni di essi persistono nel ripudio del linguaggio rituale, convinti evidenten1ente della necessità di un mutamento radicale di rotta, nell'interesse della democrazia ita-- liana e dello stesso Partito; ed enunciano con la• massima chiarezza i termini del nuovo corso. Il più coerente del gruppo è, senza dubbio, l'on. NATOLI.Ecco, in sintesi, i termini del suo secondo intervento: a) il dibattito in corso 11el partito trova un limite nella sua relativa ristrettezza. La maggioranza è ancora lo11tana, estranea alla discussione; b) è illusorio pensare ad un inserimento dei comunisti nella 67 Bibli ,tecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==