Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

La rottura dell'unanin1ità nel P.C.I. XI Nelle tre giornate della seconda sessione, il Comitato Centrale viene bombardato da una gragnuola di interventi in grande maggioranza di intonazione centrista. Con diverse sfumature di conformismo, riconducono il dibattito nel solco della normalità: SCLAVO(severo con le tesi revisionistiche), ROMANI(preoccupato della situazione nel settore giovanile), BoLDRINI (convinto tuttavia della necessità di far appello allo spirito antifascista delle masse), TESI (favorevole all'allargamento del dibattito nelle fabbriche), PISTILLOe CINANNI(allarmati per la ritirata comunista nel Mezzogiorno), GIULIANOPAJETTA(interessato sopratutto all'unità del movimento internazionale), TORTORELL(Asollecito di uno sviluppo leninista, critico, amitico del Partito), Dr GIULIO (ostile a certe posizioni « errate » della Federazione giovanile. romana e ai metodi « agitator:i » introdotti da taluno nel dibattito), CroFI (u11 regionalista convinto), GIGLIATEDESCO(sensibile alla emancipazione femminile come eleme11to delle libertà civili), CERRETI(convinto della necessità di fare del movimento cooperativistico « uno strum~nto democratico di lotta anti-mo11opolistica »), ROSSANARossANDA (che sarà citata da Togliatti per l'intelligente atteggiamento di possibilismo rispetto al centro-sinistra), BERA(cl1e porta la voce della Federazione di Cremona, in angustia per la crisi agraria), BUFALINI(sdegnato contro ogni attentato revisionista al centralismo democratico), RINDONE(un siciliano che giudica il centrosinistra un semplice « disegno trasformista, tendente ad allargare le basi del potere monopolistico in tutta l'Italia»), MASSOLA(ansioso di colmare lo scarto tra « il dibattito di vertice e l'impegno generale del partito»), LEONILDEJoTTI (già volta col pensiero alla Conferenza nazionale della donna comunista, in vista della quale chiede una sessione speciale del C.C.), BARDINI(pieno di fiducia) e DozzA (persuaso che stiano maturando nelle masse cattoliche « posizioni che noi probabiln1ente non riusciamo a valutare pienamente » e che perciò sia neces-- sario rafforzare il contatto politico con esse). Su posizioni ancora più rigide, stanno gli esponenti della vecchia guardia: ScoccIMARRO tiene sopratutto alla riaffermazione dell'unità ideologica e politica del P .C.I., senza la quale « esso diviene un partito senza principi, simile a tutti gli altri partiti » (sic!); VIDALI lamer1ta l'assunzione di atteggiamenti difensivi e respinge in blocco tutte le proposte degli innovatori; D'ONOFRIOesalta le posizioni unitarie e critica « l'Unità » per l'audacia con cui essa ha riferito del dibattito di novembre; COLOMBIassicura che il P.C.I. non può restare indifferente « di fronte alle critiche » degli altri partiti comunisti, cioè di Thorez; 65 Biblio caginobianco

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