Antonio Ghirelli è verificata una flessione di circa il 3 per cento degli iscritti, le forze organizzate nel Mezzogiorno segnano un netto regresso, peggio van~o le cose nel settore femminile, scarso è il numero delle nuove organiz- . zazioni di fabbrica e perfino tra i giovani l'afflusso di nuove forze è « ben lungi dall'essere generale e vasto ». Pertanto, « il compito principale che ci sta davanti è lo sviluppo della campagna di tesseramento e reclutamento »; altro che perdersi in « un formalismo e democratismo ( !) piccolo borghese! » Correnti e frazioni, nemmeno a parlarne; ed anche la famosa antinomia di maggioranza e minoranza, bisogna accettarla come « metodo utile e talvolta necessario per risolvere determinati problemi », non certo « come itn obiettivo » e neppure « come un 1netodo permanente ». L'essenziale è di chiamare tutto il partito ad elaborare la linea politica e « il centralismo democratico è il principio ( !) che meglio risponde a queste esigenze ». Perciò niente congresso straordinario, che non sarebbe « né giusto né utile », ma piuttosto una preparazione lunga e profonda » al X Congresso ordinario che gli organi direttivi convocheranno « nel niomento che sembrerà politicamente più opportuno ». È la liquidazione di ogni tentativo di organizzare il dissenso. X La relazione di Berlinguer serve ad orientare il secondo dibattito: un richiamo energico a quanti si attardassero sulle polemiche di novembre. In chiusura di seduta, l'on. Togliatti pronuncerà un discorso mirante a deli11eare i limiti e la sostanza della risoluzione finale. Tra queste due sponde correrà il fiume degli interventi, quasi una cinquantina di oratori, oltre quelli che - con giubilo dell'on. Pajetta - si vedranno costretti a rinunciare alla parola per l'urgenza delle feste natalizie (motivazione singolare per un'assise di socialisti scientifici e atei). Saranno interventi inferiori, per originalità e spontaneità, a quelli del Comitato di novembre. L'organizzazione d.el... consenso permetterà _una sfilata interminabile di seguaci del centrismo togliattiano, armati delle solite tautologie, del deprecato linguaggio rituale e di circoscritte argomentazioni settoriali. Il gruppo dei conservatori dogmatici porterà involontariamente altra acqua al mulino della Segreteria Generale, con una serie di oziose petizioni di principio, ad eccezione di Luigi Longo reduce da un istruttivo viaggio alla Mecca. E quanto al gruppo degli innovatori, mentre Amendola e i suoi amici segneranno un prudente passo indietro, altri dirigenti difenderanno con tenacia le ragioni di un 62 Bibliotecaginobianco
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