Editoriale ma per rendere efficace la svolta anche e soprattutto nel Mezzogiorno, teatro tradizionale delle manovre trasformiste e politicamente degradato dalle apertura a destra, che dopo il 1952 hanno costituito la regola e non la eccezione, da Roma a Palermo, delle maggioranze politicoamministrative meridionali. Per creare un nuovo clima politico nel Mezzogiorno, omogeneo con la politica d'intervento economico e sociale, è indispensabile anche e soprattutto riprendere in esame, e modificare, la struttura del potere e le situazioni di sottogoverno; è irzdispensabile iLna rivoluzione di quadri a vari livelli. In primo luogo elevano essere liquidate tutte le aperture a destra. In secondo luogo le leve della politica meridionalista devono essere trasferite dalle mani dei fautori delle. aperture a destra, che attualmente ne detengono il corztrollo, alle mani di convinti fautori dell'apertura a sinistra, o quanto meno a uomini che credano nell'industrializzazione e negli strumenti cui è possibile e necessario fare ricorso per avviare lo sviluppo del Mezzogiorno in un tempo breve. Tanto per fare degli esempi, pensiamo ai tradizionali banchi meridionali, agli istituti speciali di credito per l'industrializzazione, alle Camere di com1nercio, ai Consorzi per le aree industriali. In terzo litogo si devono mettere alla direzione dei giornali meridionali che appartengono ad enti pubblici uomini giovani, che abbiano una visione moderna del giornalismo e che siano vergini di precedenti fascisti, che possano vantare anzi precedenti antifascisti. Lasciare i giornali meridionali come sono significherebbe lasciar diffondere contro l'apertura a sinistra i consueti umori reazionari e accreditare stereotipate formule liberiste, con l'etichetta magari delle correnti democristiane che si oppongono all'apertura; quegli umori e quelle formule che hanno avuto una loro parte nell'origine e nell'espansione di fenomeni politici deteriori, omogenei con le tradizioni del giornalismo meridionale, le cui radici devono essere estirpate perché già troppo male hanno fatto al costume civile e politico delle nostre regioni, del che sono convinti ormai gli esponenti stessi delle nuove leve di questo giornalismo. E infine, i rap .. presentanti del potere esecutivo a tutti i livelli. Rifacendoci ad una vecchia e sacrosanta battaglia di Salvemini, diremo anche noi che il Sud deve essere terra di missione e non luogo di confino. I migliori, cioè, devono essere mandati quaggiù a servire la democrazia e non a condizionarne gli sviluppi, come sempre è stato dal tempo dei prefetti di Giolitti a quello dei commissari straordinari di Scelba. Non vorremmo che i fautori dell'apertura a sinistra sottovalutassero queste esigenze, in1portanti a nostro giudizio almeno quanto la stessa nazionalizzazione delle fonti • di energia. 4 . Bibliotecaginobianco
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