Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Antonio Ghirelli con Amendola e denuncia « uno dei limiti del XXII Congresso» nell'aver « conservato certi schenzi che risentono di un periodo » superato per il fatto di bollare Molotov e gli altri stalinisti come nemici della rivoluzione, apportatori di ideologie borghesi e antipartito. Imprevedibilmente violento contro gli elementi « giustificazionisti » è TROMBADORI che è passato via via da posizioni zdanoviane ad aperture liberali e si dà la pena di attestare « come la falsa idea della funzione meramente pedagogica e strumentale dell'arte possa dar luogo a limiti istituzionali obbiettivamente dannosi a qi1ella libertà di ricerca, di esperienza e di creazione che è urza delle condizioni essenziali di una direzione culturale, pienamente in grado di promuovere l'avvento di contenuti nitovi, socialisti »: nella quale complessa proposizione Croce va a braccetto con Marx. Gli esponenti del movimento giovanile sono pure kruscioviani: SERRI: si pone drammatici interrogativi ( « il perché dell'insufficiente partecipazione delle masse sovietiche all'esercizio del potere, il perché dell'abbassamento della cultura e dell'ideologia nell' U.R.S.S. » ); OcCHETTO,pur insistendo su posizioni conservatrici, finisce per accettare « l'organizzarsi del dissenso » ed in ultima analisi la « presenza di maggioranze e minoranze ». Vicini per inclinazione e per esperienza quoti- . diana ai problemi concreti della vita italiana, i rappresentanti delle grandi città operaie del nord, Torino e Milano, si dimostrano particolarmente sensibili « allo sviluppo della democrazia socialista »; GARAVINI si dichiara perplesso dalla prevalenza che nel XXII Congresso la denuncia del culto della personalità ha avuto rispetto alle misure « di espansione democratica », come il decentra1nento e l'attribuzione di nuovi compiti ai Soviet e ai sindacati; CossUTTA si fa portavoce delle esigenze di chiarezza e di autonomia che salgono « con forza dai nostri compagni e dalle masse operaie », ad ignorare le quali si rischiano « conseguenze serie ». Si schiera poi anche lui contro l'unanimità, ritenendo che essa impedirebbe tra l'altro la battaglia contro le posizioni dogmatiche, la cui sopravvivenza è confortata dall'appoggio « di altri partiti dello schieramento comunista che le sostengono ». Su due punti abbastanza importanti GIANCARLOPAJETTAporta ai revisionisti amendoliani il suo non previsto (e forse non gradito) conforto: dove ne condivide la sollecitudine per la democrazia ( « non è sufficiente indicare i limiti della democrazia borghese. La seraplice contrapposizione fra democrazia borghese e democrazia socialista non è sufficiente quando il problema può essere impostato e risolto in modo nuovo... I problemi istituzionali hanno un peso _ e... non può essere negato il valore delle garanzie giuridiche ») e dove afferma la liceità 56 Bibliotecaginobianco

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