INCHIESTE La rottura dell'unanimità nel Comitato Centrale del P. C. I. di Antonio Ghirelli , I Questa rivista si è già occupata (Michele Tito, « Il nuovo corso del P.C.I. », dicembre 1961) delle reazioni che il Partito comunista ha opposto ai due avvenimenti principali dell'anno appena trascorso: il XXII Congresso del P.C.U.S. e la rottura della convergenza che dava vita al governo Fanfani. Cercheremo di analizzare i probabili sviluppi del « nuovo corso », sulla base esclusiva dei documenti elaborati dal Partito tra novembre e dicembre, in occasione delle due sedute del suo .Comitato Centrale, la seconda delle quali non era stata ancora convocata quando è stato pubblicato l'articolo di Michele Tito. Non v'è dubbio che, nella circostanza, il P.C.I. abbia fornito una ennesima prova della propria vitalità e di una spregiudicatezza del tutto sconosciuta ad altri organismi italiani di massa. Inizialmente, un'aliquota notevole dei suoi dirigenti si era lasciata travolgere da una generosa emozione per le rivelazioni del XXII Congresso ed aveva impostato il dibattito in termini aperti di crisi, politica e morale. L'on. Togliatti ed i suoi collaboratori più fedeli non hanno . stentato, però, a riconquistare il controllo del partito, in ciò favoriti - ed anzi pungolati - dai severi ammonimenti che Thorez, Gomulka e lo stesso Krusciov hanno fatto pervenire ai comunisti italiani per il tramite dell'on. Longo e dei due parlamentari che gli si sono accompagnati nella missione ad Est. L'opposizione di destra ha, quindi, spostato il fuoco dai toni della politica estera e del dibattito ideologico a quelli della politica interna, avanzando l'ipotesi di un inserimento del P.C.I. nella maggioranza di centro-sinistra, con il probaoile intento di respingere Togliatti su posizioni di sterile massimalismo. Anche questa manovra, però, è stata sventata dal vecchio « leader » che, prima nel discorso di Pesaro ( 17 dicembre) e poi nel corso del secondo Comitato Centrale (20-23 di45 1 Bibliotecaginobia co
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