Giornale a più voci tra serie A e B condotto per mano dal fu sindaco in persona coinvolto in drammatiche confessioni più o meno gialle. La kermesse si è svolta per tanto tempo con spettacoli a entrata continua: le beghe per il festival della canzone, le minacce dei controfestivalieri, l'attrazione « Comitato per le Feste di Napoli» che sovrintende spigolando qua e là. C'è da lagnarsi poj se un generale in borghese entra in un ristorante e l'orchestrina dei posteggiatori suona la « Marcia Reale »? Il fatto è accaduto, lo racconta con malinconico raccapriccio Salvatore Rea su « Il Mondo» del 30 gennaio 1962. Di conseguenza (quasi un programma a indirizzo pianificato) una ragnatela di feste avvolge la città in ogni stagione, da un capo all'altro. Si sprecano i patrocini di rionali personaggi pervenuti a incarichi pubblici sulla forza-voto del contributo per la festa: archi luminosi, un cantante di mezza fama (all'italiana o al singhiozzo, secondo la moda), ugole minori, tre giorni di suono e luce e il gioco è fatto, il prestigio del vicolo è salvo. La media oscilla su questa progressione standard, ma le punte della gloria si toccano in antiche piazze impregnate dagli odori del mercato del pesce, oppure nella sagra annuale che è il massimo sforzo organizzativo di un noto quotidiano insieme alla Bontà e alle corse dei motoscafi. Stando così le cose è troppo cedere alla nevrosi e vedere feste dovunque come streghe da esorcizzare? Tra l'altro corre il pericolo che anime belle verniciate di santa fede e poveri di spirito credano davvero all'imbonimento festaiolo, coartati da un certo costume di persuasione occulta e no. Un giornalista milanese, cronista di cani e dell'Italia minore, forse in preda ad un raptus mistico teorizzò nelle feste napoletane la lotta per il posto in cielo: « Adesso che Maria Assunta è uscita dalla nicchia con un così grandioso apparato, si avrà un pò di guerra a Napoli, in nome dei santi, e ricominceranno a sorgere comitati su comitati per i festeggiamenti a S. Gennaro e a S. Vincenzo. Poco male: finché le guerre si combattono per il Paradiso, noi vorremmo che tutto il mondo pullulasse di comitati» ( « Corriere della Sera », 30 agosto 1961). Fa eco il dépliant di una locale agenzia turistica cl1e promette le meraviglie di Naples by night assicurando l'incontro « in uno dei caratteristici vicoli di Napoli con quelle meravigliose feste che svelano l'anima napoletana in tutta la sua fantasia, nella sua irrefrenabile gioia di vivere, nella sua felicità canora ». Il suggello ufficiale, per così dire, lo appone la pubblicità estiva dell'Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo: « venite a Napoli per svagarvi, per curarvi, per divertirvi, per riposarvi». Offre sl l'Antigone di Sofocle e l'operetta, i mari e i monti, ma soprattutto « feste popolari con luminarie e manifestazioni folcloristiche nei vari rioni della città, incendio dell'isola di Capri, Piedigrotta: Canzoni Canzoni Canzoni! » e lo spettacolo rievocativo - contributo al centenario dell'Unità? - Era di maggio con tutte le canzoni da cento anni ad oggi. Così è salvo il patrimonio nazionalpopolare e nello stesso tempo si « promuove » la politica turistica. (Mentre d'inverno la media delle presenze negli alberghi scende paurosa41 Bibliotecaginobianco
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