Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Laura Fabbri Matera si è addormentata. Posta al centro del triangolo, in posizione strategica fra le più importanti iniziative di sviluppo del Mezzogiorno, la città pioniera della rinascita meridionale continua a dormire, anestetizzata. E i lavori pubblici sono serviti anche a spegnere quei fermenti di rivolta contadina che una volta bollivano sotto l'apatia di una cittadina meridionale. Ora potrebbe essere il gra11de momento di una amministrazione comunale modernamente ispirata, energica e decisa a inserire la città nel processo di sviluppo che la circonda; ma l'amministrazione materana, degna erede della gestione commissariale, in difficile equilibrio, sembra soltanto attenta a non muoversi per non cadere. E lo stesso sonno grava sull'opinione pubblica. Le discussioni e i dì.battiti sono stati risommersi nell'unico passatempo consentito: il passeggio dei cafoni che riempiono il corso a fitte schiere senza più suscitare, però, la curiosità di nessuno: macchine straniere se ne vedono ancora, ma sono soltanto quelle degli americani intenti a piantar missili qua e là sulle Murge. I giovani leoni degli anni ruggenti sono stati riassorbiti dal clima della città; i migliori se ne sono andati a cercare altrove, come ogni bravo giovane meridionale, quel successo che la patria ingrata non può dargli: chi fa il pittore a Milano, chi fa il dirigente industriale a Pozzuoli. « Basilicata», cl1e aveva tentato di estendere il proprio raggio d'azione alla Puglia e al Molise e si era trasformata in « Corriere Meridionale», sopravvive faticosamente (ma non c'è nessuno in Italia che possa dare una mano a questi amici? La loro attività deve continuare, deve essere messa in grado di riprendere quota e svilupparsi - n.d.r.). La speculazione edilizia ha incominciato a fare capolino qua e là, intaccando il grande piano regolatore di Piccinato che lo Stato aveva donato alla città nei suoi begli anni. I nuovi quartieri, dopo che tante fotografie sono state pubblicate sui giornali e su tutte le riviste di arcl1itettura, in Italia e all'estero, sono deturpati dall'iniziativa del parroco, che aggiusta a modo suo la chiesa della Martella, e dall'estro dell'ufficio tecnico comunale. Sulla collina più alta domina la città la carcassa abbandonata di un grande ospedale, egregia opera di architettura, che attende da anni di essere completata. E i nostri ritorni da Matera sono sempre rattristati dal fantasma di Borgo Venusio, completamente finito e disabitato, sulla strada di Altamura. Le casettine progettate con tanta cura da Piccinato attendono invano i bu• cati stesi, le legne ammonticchiate e le allegre filze di pomodori e peperoni: gli intonaci si scrostano per la pioggia e l'umidità, qualche persiana scardinata cigola e sbatte al vento, fra le erbacce alte pascolano le capre. A poche centinaia di metri i contadini si sono adattati a vivere nelle baracche di un vecchio campo fascista di concentramento per confinati. LAURA FABBRI 36 Bibliotecaginobianco

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