Note della Redazione sulla coscienza, hanno sempre sentito in termini europeistici i problemi francesi e sentono ora che la lotta per la restaurazione della democrazia in Francia va condotta da posizioni democratiche ed europeistiche senza confondersi del tutto con un'estrema sinistra che è totalitaria ed antieuropeista. Non si tratta, però, di riproporre il ritorno alla IV Repubblica, ma di ri- - prendere il cammino verso l'unità europea con un passo meno incerto di quello della IV Repubblica. E così, non si tratta di costituire ufficialmente il fronte più largo possibile contro l'OAS e contro De Gaulle, ma di organizzare un'intesa operante tra le forze omogenee della Democrazia francese: la base di questa omogeneità non può essere alla prova dei fatti che l'europeismo. Questo è il problema che va posto a Mendès France e a Depreux quando essi più o meno esplicitamente vann.o propugnando sol-uzioni frontiste che, peraltro, potrebbero avere come contraccolpo l'allineamento dell'esercito sulle posizioni dell'OAS. E questo è il problen1.a che deve essere proposto a tutta l'opinione pubblica metropolitana quando De Gaulle pretende di imporre, come ersatz rispetto alla pace in Algeria, un'alternativa nazionalista fondata sul rafforzamento militare della Fra11cia. Questo, infine, è anche il problema su cui dovrebbero meditare anche fuori della Francia i dirigenti politici e la stampa - e noi pensiamo soprattutto all'Italia - che troppo spesso, e si potrebbe dire troppo presto, dimenticano che c'è qualcosa di più in1portante ìn gioco oggi del prestigio di De Gaulle da salvaguardare, e che questo qualcosa è il destino stesso dell'Europa. ·L'anno scorso abbiamo visto che le istituzioni europeiste hanno resistito alle vigorose spallate di De Gaulle; e quest'anno, quando si è passati alla seconda fase del Mercato comune, si è andati oltre lo stadio dell'« Europa contrattuale » quella per cui ogni paese men1bro si attendeva dal Trattato di Roma questo o quel beneficio particolare, a breve tern1ine, ed in ogni settore, « dimenticando che gli effetti prodotti dall'arricchimento comune potevano essere, a più lunga scadenza, fonte di profitti particolari ». Oggi - come ha rilevato Pierre Drouin su « Le Monde» del 17 gennaio - l'accordo di Bruxelles, raggiunto ai prùni di gennaio, « consacra la riduzione al..·· quanto sensibile delle sovranità 11azionali »; e in questo senso, senza dubbio, l'« Europa delle patrie» ha subito un colpo: ne deriva che è urgente completar.e la costruzione dell'unità economica dei Sei con una serie di misure politiche e costituzionali perché, secondo la logica che era stata prevista dai firmatari del Trattato di Roma~ « a partire da un certo momento, da un certo livello di integrazione economica, devono essere predisposte strutture politiche di nuovo tipo», sovranazionali, in mancanza delle quali l'ulteriore integrazione economie(!. sarebbe messa in discussione. Ed è a questo punto che in Europa chi è favorevole a questi sviluppi, perfino un conservatore come Reynaud si trova più a -sinistra di chi non lo è, fosse pure un Mendès France che esitasse ancora a convincersi della necessità di impegnare ·l'opposizion.e alla V Repubblica in termini di alternativa europeista al nazionalismo, gollista e antigollista. 25 Bibliotecaginobianco .. •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==