Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

NOTE DELLA REDAZIONE La Francia al bivio Si è avuta notizia nel 1nese di gennaio che a Parigi alcuni leaders politici e sindacali si sono riuniti per uno scambio di idee relativa1nente ai più urgeriti problemi di politica interna e internazionale. Sono intervenuti Antoine Pinay, indipendente, Guy Mollet socialista, Maurice Faure radicale, André Colin democristiano, i dirigenti della Confederazione dei lavoratori cristiani, di Force Ouvrière socialista, della Gioventù contadina. Ci sarebbe, dunque, una adesione alla politica europeista, intesa nel senso in cui la intendono Monnet e i cosiddetti « eurocrati » di Bruxelles, che sembra unire uomini di diversa provenienza in una opposizione al nazionalismo di De Gaulle e di Debré, non meno che a quello dell'OAS. E non a caso la riunione di cui si diceva si è tenuta nell'abitazione di Pierre Uri, che è stato collaboratore di Monnet ed « eurocrate » autorevolissimo a Bruxelles. Così come non a caso proprio Pierre Uri, negli stessi giorni, com1nenf ando il passaggio del Mercato comune alla seconda tappa, aveva scritto su « Le Monde» che, per quanto riguarda la possibilità di sviluppo dei rapporti fra l'Europa dei Sei e la Gran Bretagna, « due concezioni si erano contrapposte: l'una che si ispirava alla regola... di non fare un passo prima che l'Inghilterra avesse deciso di mettersi sulla stessa strada - ed era la regola di Mendès France; l'altra che si fondava sulla scelta di andare avanti con la fiducia che l'Inghilterra, sapendo riconoscere i fatti, sarebbe venuta a raggiungere il plotone - ed era la sfida di 1\1.onnet ». Le ultime vicende del Mercato comune, malgrado De Gaulle, hanno dato ragione alla seconda di queste concezioni; e tuttavia, l'Europa dei Sei rimane esposta a tutti i pericoli che le vengono dal nazionalismo francese, quello del governo gollista e quello dell'opposizione sovversiva di destra. Si deve dunque considerare come una indicazione positiva la notizia di una riunione di leaders della democrazia francese di comuni sentimenti europeistici. E ci si deve, però, in pari tempo rammaricare del fatto che ancora una volta i Mendès Françe ed i Depreux siano mancati all'appuntamento. Le forze della sinistra democratica francese che fanno capo a Mendès France, a Depreux, all'« Express », non hanno fatto ancora un esame di coscienza per liberarsi dei residui nazionalistici che sono all'origine delle loro posizioni nei confronti dell'europeismo (esse non sono nazionaliste nei confronti dei problemi dell'Algeria, ma lo sono ancora, malgré soi, nei confronti dei problemi europei); e vanno quindi patrocinando un'intesa esplicita con le forze della sinistra totalitaria, con i comunisti, per lottare insieme contro l'estrema destra e contro il regime gollista. A questa intesa si oppongono, invece, e giustamente, Mollet e i suoi amici, i quali, pur avendo molti peccati gravi 24 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==