Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Le regioni periferiche d'Europa di Luigi Mazzillo Della « Conferenza sulle economie regionali » indetta dalla Commissione della Comunità Economica Europea e svoltasi a Bruxelles dal 6 all'8 dicembre 1961 la stampa italiana - salvo poche eccezioni - si è occupata poco o niente. Quasi l'argomento fosse di quelli che vanno sottaciuti o addirittura ignorati. Ben maggiore è stata, invece, l'attenzione che all'avvenimento hanno dedicato i giornali degli altri paesi del MEC. Un'altra dimostrazione, questa, della scarsa attitudine dei centri di formazione dell'opinione pubblica in Italia a cogliere l'importanza di certi eventi, a discernere fra cose che meritano un rilievo e cose che invece un rilievo non meritano. A nostro avviso questa assenza e questo disinteresse sono ancora più gravi ed appariscenti se messi a confronto col ruolo che la delegazione degli esperti italiani ha svolto nel corso della « Conferenza». La prima impressione, infatti, che si può ricavare dall'andamento della discussione è proprio quella di una funzione di avanguardia degli italiani nell'ambito della Comunità. Si può dire che, almeno in questa occasione, siano stati propri gli esperti italiani ad avviare un discorso sulla politica di sviluppo regionale a livello comunitario, seguiti, in parte, dai francesi ed osteggiati nettamente da tedeschi e da olandesi. Lo stesso Marjolin, vice-presidente della Commissione della CEE, è sembrato ~ver compreso quali fossero gli umori dell'assemblea per la quale egli ha svolto la sua relazione introduttiva, piuttosto diplomatica nel tono e prudente nell'analisi e nei suggerimenti. La Commissione della CEE è indubbiamente convinta che i problemi di sottosviluppo regionale dei sei paesi si possono risolvere soltanto a livello europeo, specialmente in una realtà in movimento qual'è quella dell'area del MEC, sotto lo stimolo della crescente liberalizzazione degli scambi ed integrazione delle economie nazionali. Ma l'élite dirigente comunitaria - poiché di una vera e propria élite si tratta ormai - è anche consapevole delle remore di natura più disparata che sopravvivono al nazionalismo ed all'autarchia che ci lasciamo alle spalle. Non si può poi negare che esistano resistenze fortissime da parte dei «monopoli» del MEC all'introduzione di una serie di misure che lS BibliotecaGino Bianco

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