Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Giuseppe Ciranna istituzionali. Nei partiti si dà, cioè, la possibilità che i gruppi dirigenti si frantumino in gruppi di potere e riconoscano solidarietà diverse, anche nel genere, da quella che imporrebbe la scelta ideologica, il cosiddetto programma del partito; e a determinare gli indirizzi dell'attività statale acquistano sempre maggiore peso gruppi di potere che non hanno definizione ufficiale. Tenendo presenti queste osservazioni, forse si potrebbe tentare di definire il volto, il significato e la natura di quel fenomeno che è stato chiamato « doroteismo » e che ha rappresentato negli ultimi anni l'ostacolo maggiore messo sulla strada della Democrazia cristiana verso l'incontro con altre forze politiche, alla ricerca di diversi equilibri più confacenti alle esigenze della nostra società. Comunque, il partito di maggioranza, nell'ultimo congresso del San Carlo, ha dimostrato di voler cominciare un processo autocritico, ha voluto riaffermare - e il merito va soprattutto al segretario politico - la preminenza dei valori ideologici: questa è forse la strada che può far uscire i partiti dalla stasi, dalla paralisi di cui qui si è detto, e far loro abbandonare il ruolo di retroguardia. Ma tutto questo non può bastare. Il centro-sinistra, come operazione politica che deve rinnovare le strutture politiche del paese (ma il problema, giova ancora una volta ripetere, non è solo italiano), non ha soltanto nemici éontro di sé, ma li ha, potremmo dire, in sé, nella realtà odierna del rapporto tra classe politica e realtà sociale. Potrà superare la prova cui è da oggi chiamato se saprà ripensare le proprie ragioni in termini moderni, se saprà cioè collegarsi, anticipandole, alle esigenze della società, contrariamente a quel che è avvenuto fino a questo momento. GIUSEPPE CIRANNA 14 BibliotecaGino Bianco

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