Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

.. Giornali e riviste Non vale la pena di continuare in quest'analisi dal momento che riteniamo che il lettore possa essersi già fatto un'idea sufficientemente chiara della linea politica del giornale in questi anni. Nell'estate del '900, mentre la situazione del paese si chiariva con la vittoria elettorale del blocco delle si11istre, che portava come co11seguenza l'allontanamento del Pelloux e l'avvento di un governo di restaurazione delle libertà fondamentali, capeggiato da Saracco, e con l'avvento al trono di Vittorio Emanuele, nella. compagine interna della T. avveniva un importante cambiamento. Nel maggio 1900 infatti era morto improvvisamente l'ancor giovane Attilio Luzzatto. Come abbiamo detto all'inizio di questo lavoro, Attilio Luzzatto era stato il vero artefice del quotidiano della « pentarchia ». Dopo il 1890 il proprietario del giornale, Maffeo Sciarra, si era allontanato dalla T., ed il Luzzatto aveva cominciato a rilevarne la proprietà. Intorno al 1898 egli ne era divenuto interamente proprietario. Egli proveniva dalle file della Sinistra, e prima di entrare nella redazione della T. era ~tato redattore della « Ragione » di Felice Cavallotti. Aveva continuato a militare nelle file della Sinistra, anche dopo esser stato eletto deputato nel collegio di Montevarchi. Era uomo taciturno e schivo, ma lavoratore instancabile ed ottimo organizzatore. Aveva portato la T. a grande notorietà e diffusione, ma tenendo sempre fede al principio secondo cui questa doveva essere « il quotidiano popolare a servizio dei mezzo analfabeti » (in contrasto con il « Corriere della Sera », che già sotto la direzione del Torelli usava rivolgersi ad u11 pubblico colto) 71 ~ Una delle idee più felici del Luzzatto era stata indubbiamente quella delle corrispondenze speciali, che di volta in volta egli veniva pubblicando sul giornale in occasione di avvenimenti importanti. La prima di questa era uscita nell'87, in occasione dell'eccidio di Dogali. Era sorta in quella occasione la figura dell'inviato speciale (che sarebbe stata poi ripresa con grande fortuna da Luigi Barzini in occasione del famoso raid Parigi-Pechino nel 1900): primo ad incarnarla era stato Giacomo Belcredi, inviato a Massaua nel 1887. Temperamento avventuroso, noto co1ne spadaccino oltre che come giornalista, Giacomo Gobbi Belcredi era scrittore dal piglio scorrevole ed elegante. Le sue corrispondenze fecero fare un balzo innanzi alla tiratura della T. in quella occasione, come più tardi, allorché fu corrispondente da Rennes nel '99 per il processo Dreyfus. All'inizio del '93 la T. aveva raggiunto una tiratura, allora piuttosto eccezionale, di 165.000 copie. L'anno precedente era entrato nella redazione Vincenzo Morello, ed aveva iniziato una collaborazione, che divenne in seguito costante e famosa, sotto lo 71 Cfro L. LODI, op. cit., pp. 60-72, passim. 121 • Bibliotecaginobianco

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