Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Giornali e riviste del tutto ingloriosa, come fiancheggiatore del fascismo. È una vicenda in un certo senso paradigmatica, questa della T., che mostra come senza mutare formalmente i termini di un linguaggio politico un giornale possa modificare sensibilmente la propria linea politica. La linea politica della T. era, infatti, profondamente mutata sotto la dittatura crispina: il giornale era divenuto fautore di una politica estera di prestigio, prima e dopo Adua aveva propugnato il proseguimento della campagna africana, aveva esaltato in Crispi l'uomo forte, il restauratore della coscienza nazionale dopo la disgregazione politica e morale del trasformismo e lo aveva infine difeso anche in occasione della campagna dell'Estrema contro la sua corruzione personale. Tutto ciò, restando almeno formalmente ancorata ad un linguaggio rigorosamente liberale,· e dando prova talora di saper possedere una visione moderna e progressiva del liberalismo; come, ad esempio, in un editoriale del febbraio '98 dal titolo « Le due Scuole », nel quale, discutendo la tesi del Franchetti sulla regolamentazione dei contratti agrarii, la T. poneva a confronto le due concezioni dello Stato, quella che impone allo Stato di astenersi « da tutte quelle contese che non riguardano interessi di carattere veramente generale », e quella dello « Stato rintegratore ». E affermando di propendere per questa seconda concezione aggiungeva: « Del resto, anche nei paesi classici dell'individualismo, come l'Inghilterra, se lo Stato non interviene direttamente in appoggio dell'una o dell'altra classe, svolge però una politica economica e industriale, il cui fine, non confessato, ma evidente, e perseguito con ammirabile costanza, è quello di agevolare il lavoro, di porgere occupazioni utili alla crescente popolazione, e di aprire nuovi campi alla sua attività». Come abbiamo detto, la T. non fu passivamente consenziente con i governi nel biennio cruciale 1898-1900. Appoggiò, ad sempio, il governo Di Rudinì, ma chiese invano che questo cercasse una maggioranza qualificata di sinistra 54 • Nel maggio 1898, protestò vigorosamente per la , soppressione dei giornali radicali e socialisti e per la proclamazione dello stato d'assedio a Milano; e pur non approvando i tumulti e le agitazioni, sostenne apertamente che le cause dei disordini erano econo-- miche e sociali e che non si sarebbero eliminate con cannonate e stati d'assedio 55 • La discussione a questo proposito divenne assai fervida quando il governo Pelloux presentò, nel febbraio '99, un disegno di legge concernente la limitazione di alcune libertà fondamentali (come quelle di stampa e di associazione). Per quanto riguardava la restrizione alla libertà di associazione, la T. considerava il provvedimento come 54 T ., 14-IV-'98. 55 T., 9-V-'98. Bibliotecaginobi·a·nco 117 ,,

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