Maria Luisa La Malf a Di fronte all'imperversare della reazione crispina in Sicilia e, ai primi del '94, nel Carrarese, la T. mantenne un atteggiamento incerto. Deplorò da un lato l'uso della violenza da parte delle popolazioni in rivolta, il massimalismo del manifesto dei Fasci, e accettò la repressione crispina sotto il profilo della difesa dell'ordine; ma chiese, però, d'altro lato, al governo, di sanare con mezzi più appropriati degli stati . d'assedio e dei tribunali militari i mali economici della Sicilia, che parevano derivare sopratutto dall'eccessiva durezza dei dazi comunali. Quando, inoltre, i proprietari siciliani chiesero al governo il mantenimento dello status quo, la T. reagì energicamente: se il governo aveva fatto bene a mantenere l'ordine in Sicilia aveva però il dovere di tutelare gli interessi delle classi umili 44 • Con l'avvento del secondo governo crispino s'inizia un periodo di vera e propria involuzione nella politica interna italiana, che investe larga parte delle classi dirigenti e si riflette sulla T.. Possiamo seguire questa involuzione mediante l'analisi di due atteggiamenti della T.: il consenso sempre più aperto alla politica autoritaria di Crispi, e la contemporanea polemica contro l'Estrema Sinistra. Vediamo innanzi tutto questo secondo punto. Nel febbraio del '94 la T. pubblicava una lettera di Napoleone Colajanni nella quale il deputato della Sicilia sosteneva che il paese attraversava un periodo di profonda crisi morale, la cui causa era da ricercarsi nella decadenza dell'istituto parla1nentare e nella scarsa fedeltà degli uomini politici alle idee e ai programmi. Era questo un tema caro alla T., che difficilmente avrebbe potuto dissentire dalle conclusioni cui giungeva il Colajanni nella sua analisi; il giornale, però, coglieva l'occasio11e per accusare a sua volta l'Estrema di opposizione sterile e preconcetta ai governi e di adesione alla campagna sovversiva dei repubblicani e dei socialisti 45 • Interessante anche l'adesione della T. alla politica di Crispi. Nel marzo del '94 si discusse di un nuovo aumento del dazio sui cereali, e questa volta il giornale accolse senza riserve il provvedimento: gli « agrari » infatti non difendevano solo i propri interessi ma anche q_uelli dei contadini, i quali sapevano a quali disinganni avevano dato luogo le coraggiose innova~ioni e le dispendiose trasformazioni delle culture in Italia, e dichiaravano di volere sopportare un aumento del prezzo del pane, purché si verificasse insieme ad una maggiore richiesta di lavoro. La T. si appellava però anche « al cuore e all'intelligenza dei proprietari agricoli italiani » perché non facessero votare insieme al dazio anche un aumento del prezzo del sale, così come era nei propo44 T., 13-II-1894. 45 T., 16-II-'94. 114 Bibliotecaginobianco
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