Giornali e riviste mento nazionale » 38 • Un nuovo indirizzo di politica estera cominciava dunque a delinearsi in questa occasione, e se ne trova conferma anche in una polemica con il radicale « Secolo » di Mila-no, nella quale leggiamo: « Noi vorremmo che finalmente l'Italia si decidesse a dare alla sua politica una intonazione coerentemente nazionale, a mostrare di avere una coscienza sua propria, non presa a prestito da questa o quella nazione, e si mostrasse non più almeno in soggezione di sentimenti verso gli uni o verso gli altri » 39 • A questo motivo si aggiunse, negli ultimi mesi del '93, a rafforzare l'opposizione della T. al governo Giolitti, la rivolta contadina in Sicilia. Contrariamente alla convinzione diffusa presso la borghesia del tempo, la T. mostrava di avere individuato chiaramente la natura economicosociale e non politica del movimento dei fasci. Per. questo motivo accusava Giolitti di « non vedere nella questione siciliana, se non una questione di polizia », e di voler reprimere con eccessiva brutalità i moti di scontento. La posizione della T. nei confronti del governo Giolitti era dunque piuttosto equivoca: da una. parte, il governo era condannato per scarsa liberalità nella politica interna, per « una politica finanziaria che non sapeva porre rimedio alle attuali strettezze monetarie », dall'altra però, veniva accusato di « una politica estera timida, imprevidente, o contraddittoria» 40 • Nell'ambiguità di queste affermazioni ancor più significativo appare quindi un articolo, apparso in quei giorni, dal titolo « Viva Crispi? », firmato con lo pseudonimo Regolo, il quale pareva rendersi interprete di certe aspirazioni delle classi dirigenti al ritorno dell'« uomo forte» 41 • Pure la T. salutò con una certa circospezione il ritorno al potere del vecchio statista siciliano: « Noi crediamo che egli [ ...] torni con un concetto meno appassionato e più conforme al vero delle risorse del paese, e persuaso della necessità di risparmiarle quanto più è possibile» 42 • Le dichiarazioni di Crispi alla Camera (disse che avrebbe governato anche senza il Parlamento se si fosse data la necessità) suscitarono nella T. moderata reazione: « Quello che [ ...] ci lascia freddi, o per meglio dire, esitanti, è il sospetto che la gravità delle dichiarazioni odierne, più ancora che arra a coraggiose e virili misure di governo, debba servire di passaporto entro il Parlamento a transazioni politiche, di fuori ad empirici inasprimenti di imposte» 43 • 38 T ., Ibidem, articolo di spalla. 39 T., 30-VIII-'93. 40 T., 23-IX-'93. 41 T., 27-VIII-'93. 42 T., 10-XII-'93. 43 T., 21-XII-'93. Bibliotecaginobianco 113
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