Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

• Maria Luisa La Malf a sottinteso si ammetta per il quale col nome della Sinistra voglia riabilitarsi e ristabilirsi al potere l'uomo che ne ha distrutta la compagine e compromessa la vita ». E l'invettiva personale appariva ancor più violenta: « Ebbene solo resti; imperocché niuno consentirebbe fra gli amici nostri di averlo per capo. Non lo fu mai in passato, quando le lotte erano più vive, e la concordia più desiderata. Non può esserlo ora solo perché caduto da potere, dove raccolse intorno a sé, non gli amici politici, ma una folla di timidi e di compiacenti » 32 • II. L'INVOLUZIONE CRISPINA E LA CRISI COSTITUZIONALE. In realtà era facile citare i nomi di Cairoli, Baccarini, Nicotera e Zanardelli, ma i primi due erano morti, Nicotera aveva già mostrato, a chi avesse voluto avere occhi per vedere, di essere dello stampo di Crispi, disposto a qualunque compromesso pur di crearsi una posizione personale; rimaneva Zanardelli, isolato, indebolito dalla colJaborazione con Crispi, sostanzialmente privo di seguito politico. Crispi era ormai divenuto l'esponente di un certo settore della destra, quello forse meno legato alle tradizioni risorgimentali ed alla v-ecchia politica dei Lanza, dei Sella e dei Mi11ghetti; una destra che aveva un modello politico nella autoritaria Germania bismarckiana, e che non avrebbe esitato - come si vedrà più tardi - a buttare a mare lo Statuto pur di difendere certe posizioni di potere precostituito contro le rivendicazioni economico-politiche delle masse. Leader della destra liberale era invece il Di Rudinì. Una nuova forza politica si profilava inoltre all'orizzonte: un gruppo di deputati della destra su posizioni tendenzialmente affini a quelle di Zanardelli, facente capo ad un giovane e poco noto deputato piemontese, Giovanni Giolitti. In una situazione come questa, ricca di contrasti e di sfumature, il discorso sulla ricostruzione dei partiti tradizionali risch.iava di divenire sempre più astratto e inconsistente: la T. continuò ad insistervi, ma l'obiettivo appariva sempre più sfocato e lontano, e - cosa più interessante - gli argomenti contrastavano sempre più con la linea di condotta che lo stesso gior11ale veniva assumendo negli anni successivi al primo governo Crispi, e che la portava ad un progressivo riavvicinamento alla posizione di Crispi. Spiegare i motivi di tale profondo e radicale mutamento nella linea politica della T. non è facile. In parte esso si spiega per l'appunto col venir rneno proprio negli anni del governo Crispi della prospettiva di una ricostituzione del sistema bipartitico. Un'altra valida 32 T ., S-II-'91. 110 I \ Bibliotecaginobianco

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