Giornali e riviste consono alle idee della Sinistra, era difficile nascondere la delusione per la sconfitta subita, come pure il senso di disagio proprio di chi, come la T., si era gettato a capofitto nella lotta contro il Depretis. E il giornale poté trarsi d'imbarazzo solo dichiarando che avrebbe atteso il governo alla prova dei fatti, prescindendo da qualsiasi opposizione pregiudiziale alle persone 7 • Senonché l'indicazione dei fatti, specialmente dopo la scomparsa del Depretis, fu nel complesso negativa: Crispi mostrò subito di volersi creare una posizione personale al di sopra dei partiti e delle idee; concesse alle destre privilegi economici che forse Depretis non avrebbe mai concesso; si compromise in un assurdo tentativo di accordo col Vaticano, sconfessato poi dal Vaticano stesso; portò il paese al limite del disastro economico con la nefasta guerra delle tariffe con la Francia, ed accentuò i legami con la Triplice. Ciò che importa qui però non è tanto un esame dei meriti e dei demeriti della politica crispina, quanto il vedere quali ripercussioni ebbe tale politica sulla Sinistra in generale e sul giornale di cui ci occupiamo in particolare. La politica di Crispi mise in crisi tutto lo schieramento della Sinistra costituzionale (tranne la giovane ala radicale) e tutto sommato fu più dannosa del trasformismo del Depretis. Se, infatti, il governo del Depretis aveva a lungo andare posto in termini chiari l'esigenza di una ricostituzione ideologica e programmatica delle forze della Sinistra, il quadriennio crispino lasciò il vuoto dietro di sé. Da quella esperienza infatti la Sinistra uscì ideologicamente indebolita e politicamente disorientata. Questo travaglio si segue agevolmente attraverso la storia quotidiana della T.. Per quattro anni la Sinistra tradizionale e con essa il giornale di ct1i ci occupiamo si logorano in una politica di compromessi con le forze di destra, in una alterna vicenda di speranze e di delusioni accentrate intorno all'autoritaria e singolare figura di Crispi. Nei primi mesi che seguirono la combinazione Depretis-CrispiZana~delli, la T. mantenne un atteggiamento conciliante, pur non risparmiando qualche larvato rimprovero agli esponenti della Sinistra al governo. Se costoro avevano acconsentito ad entrare Iiel governo - si legge ad esempio in un articolo del 18 maggio 1887 - non era certo perché « abbiamo, essi e noi, a trovarci più lontani di prima dalla meta ». D'altronde, se le critiche a Crispi e, in tono minore, allo Zanardelli, divenivano, soprattutto dopo la morte del Depretis, tanto più aperte quanto più evidente appariva la volontà di Crispi di non chiarire i termini della propria linea politica, non erano risparmiate neanche le critiche alla Sinistra, che si mostrava spesso recalcitrante e poco 7 T., S-IV-1887. 103 , . Bibliotecaginobianco
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