Giornali e riviste largo spazio alle notizie politiche e scarsa attenzione alla cronaca. In accordo con la tradizione giornalistica più qualificata, l'articolo sulla politica interna, per lo più non firmato, era destinato a concentrare su di sé l'attenzione del lettore. Rigoroso ed austero nella forma, spesso alquanto involuta, moderato nella polemica, a11che se talora traspariva la vivace partecipazione politica dell'autore, esso testimoniava di un costume giornalistico serio, di un attento amore dell'obiettività, di una gelosa difesa della indipendenza di giudizio del giornale. Come abbiamo già osservato, la polemica antitrasformistica della T. fu essenzialmente battaglia per la cl1iarificazione politica e la ricostruzione dei partiti. Vale, forse, la pena di riferire a questo proposito la polemica che il giornale ebbe nel gennaio dell' '84 con uomini e giornali di destra, i quali invocavano la tesi del De Sanctis (morto proprio in quei giorni) sulla necessità che in Italia sorgesse un partito di liberali puri, cioè progressisti, per dimostrare che proprio il Depretis, formando una coalizione di elementi della Destra e della Sinistra, aveva realizzato il partito ideale auspicato dal De Sanctis. A queste affermazioni la T. obiettava che il movi1nento di chiarificazione dei partiti, avviatosi nel 1877-78, era stato impedito e non favorito dal Depretis: « invece di costituire un partito più liberale degli altri due, o in altre parole sceverare dalla Sinistra i conservatori, i timidi e gli incerti, si è fatto l'opposto. Si è proclamato, all'ombra della triplice alleanza e del pericolo delle istituzioni, la 11ecessità del partito nazionale, del partito medio, della Sinistra moderata. E per formare il nucleo si sono scelti in Parlamento proprio quelli che non avrebbero dovuto figurare mai in un partito progressivo, e che sono venuti a Sinistra per dispetti regionali o personali » 2 • Era, come si vede, un'analisi lucida e precisa, che non colpiva solo il trasformismo del Depretis, ma tutta la Sinistra, con i suoi uomini e il suo poco consistente bagaglio ideologico. Tuttavia, chiedere a quello che voleva essere l'orga110 di una grande e rinnovata Sinistra un riconoscimento esplicito e spregiudicato dei limiti e delle deficienze interne a quel partito, sarebbe equivalso a chiedergli di rinunciare a priori alla battaglia per la ricostruzione dei partiti, e avrebbe significato pretendere che la classe politica italiana fosse sin da allora condannata in blocco per essere priva della necessaria intransigenza nelle questioni di principio. Per il momento vi era un bersaglio da colpire, il Depretis e la sua politica interna ed estera, e non a torto la T. ravvisava nell'opposizione al governo una possibilità concreta di chiarificazione delle posizioni e di decantazione interna della Sinistra. 2 « Tribuna », 5-1-1884. 101 Bibliot.ecaginobianco
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