• Maria Luisa La Malf a denunciato alcuni anni prima la degenerazione del costume parlamentare e la scomparsa dei partiti. Nondimeno le dimissioni di Zanardelli e Baccarini erano state un gesto politico assai importante, e potevano realmente apparire, a chi avesse avuto coscienza del fondamentale problema politico italiano, come l'inizio della tanto auspicata chiarifizione politica e ricostruzione dei partiti. La T. nacque in questo clima e con il compito appunto di favorire tale chiarificazione. Il giornale ebbe subito un certo successo. Dopo una prima crisi finanziaria nel 1884, fu rilevato dal principe Maffeo Sciarra, deputato della Sinistra in Abruzzo, il quale volle dargli un'impostazione più ampia 1 • Nello stesso anno Luigi Roux veniva sostituito da Attilio Luzzatto, che, insieme a Maffeo Sciarra, fu il vero artefice della T. E dall'incontro, spesso irto di asperità, tra la personalità di Maffeo Sciarra, animato da idee non di rado troppo ambiziose e desideroso di portare il quotidiano romano al livello della grande stampa europea, e le positive qualità di organizzatore e realizzatore del Luzzatto, nacque quello che per molti anni doveva essere uno dei più importanti quotidiani itali ani. Ciò su cui, sin dall'inizio, fecero leva il proprietario e il direttore fu la qualità del notiziario telegrafico: la T. ebbe un servizio telegrafico particolare dalle maggiori città ·europee, assai più vasto e ricco di quello che altri giornali del tempo potessero fornire al pubblico italiano. Si consideri, del resto, che il giornalismo italiano era in quegli anni in una fase ancora artigianale non solo per quanto riguardava gli strumenti tecnici di cui disponeva, la scarsezza dei mezzi finanziari, l'assenza di vere e proprie équipes redazionali, ma soprattutto per il modo in cui era concepito: esso restava, infatti, un'attività altamente individualistica affidata alla capacità di iniziativa e di intuito di poche personalità di spiccato valore intellettuale. La T. ebbe, invece, una n1.1trita équipe di redattori, tra i quali dobbiamo ricordare Salvatore Barzilai, che vi appartenne giovanissimo, curandovi la politica estera e le cronache teatrali; e Gabriele d'Annunzio, che per qualche tempo vi scrisse le cronache mondane. Oltre a provvedersi di un vasto e ben nutrito notiziario dall'estero e dalle provincie, la T. si valse, infine, di una nuova tecnica giornalistica, quella delle corrispondenze speciali, inaugurate, come vedremo in seguito, nel 1887, da Giacomo Gobbi Belcredi. Quanto alla veste editoriale, la T. si mantenne fedele alla tradizione: quattro facciate di grande formato, che più tardi aumentarono a sei e quindi a otto; una impaginazione rigida_ e austera; titoli brevi; 1 Per queste notizie, cfr. L. LODI, Giornalisti, Bari, 1930, pp. 60-72. 100 Bibliotecaginobianco
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