Nord e Sud - anno IX - n. 26 - febbraio 1962

Giuseppe Ciranna ad assicurarsi una somma di privilegi che non si riesce più a scalfire. Tutto ciò, dicevamo, sarà compito dello storico futuro. In sede di analisi politica, ci si deve limitare ad alcune considerazioni suggerite dall'osservazione dei fatti che si svolgono sotto i nostri occhi e di cui siamo protagonisti e spettatori più o meno consapevoli. La prima considerazione riguarda una spiegazione bell'è pronta, che sentiamo ripetere tutti i giorni, e della quale sappiamo bene la paternità ideologica e politica: nel contrasto tra le aspirazioni delle masse popolari che desiderano un rinnovamento politico e sociale e la resistenza della conservazione economica finirebbero fatalmente per prevalere, almeno nella situazione presente dell'Europa e di tutto l'Oc- · cidente, l'egoismo e la volontà dei ceti abbienti e privilegiati, dei detentori delle leve del potere che deriva dal controllo delle fonti della ricchezza nazionale. Questa è una spiegazione che non soddisfa. Se così fosse, se a sbarrare la via per migliori equilibri politico-istituzionali degli stati democratici dell'Europa e per l'adattamento degli stessi alle mutate esigenze della società fossero solo i ceti e le classi dominanti nel sistema « capitalista » o, se si preferisce, « neocapitalista », il problema del superamento dell'impasse attuale sarebbe facile da risolvere. La verità è piuttosto un'altra, ed è molto più complessa, perché chiama in causa molti altri fattori oltre al puro e semplice contrasto economico tra le classi. La verità è che gli uomini contano non solo per la loro collocazione diciamo così « economica » ma per i loro convincimenti morali, per i loro atteggiamenti, per le loro opinioni, per la loro struttura mentale; sicché, ad irrigidire le strutture politiche, ad assicurare il successo dell'azione frenante di cui si diceva sopra, a mantenere la situazione interna di molti stati europei nel punto morto della indecisione e della paralisi politica (il problema è circoscritto, è tutto qui), contribuiscono anche remore psicologiche, anche la ormai dimostrata incapacità di molti che hanno influenza politica e sociale ad adattarsi ai ritmi della vita moderna, contribuisce la sclerosi dei gangli politici e sociali: e contribuiscono, soprattutto, certe forze emergenti dalla stessa crescita della società, la sempre minore adattabilità del sistema politico, così come è oggi, alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni. Qui non è il caso di entrare nei dettagli; ma ·c'è un punto su cui vale la pena di soffermarsi perché è il punto che a nostro giudizio contiene la chiave che spiega tutto il resto. Accennando infatti alla sclerosi dei gangli politici abbiamo implicitamente fatto riferimento al problema dei rapporti tra le vecchie e ancora persistenti strutture po8 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==