Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

Mirella Galdenzi scrittori militanti contemporanei e queste polemiche sono testimonianze altrettanto importanti del disagio attuale che investe la letteratura di fronte agli schemi e ai problemi di ieri. Il romanzo, insomma, risente di questo disagio, di questa inquietudine: non a caso La Noia di Moravia accentua le implicite qualità di saggio, cl1e sono comunque nella esperienza narrativa. In Francia la riflessione sul romanzo ha dato luogo alla polemica fra i sostenitori del romanzo di tipo tradizionale e gli esponenti del « nouveau roman », che fanno capo· a Alain Robbe-Grillet, Nathalie Sarraute, Michel Butor. Le posizioni dei tre autori coincidono: essi constatano l'impossibilità di sopravvivere per il romanzo di tipo tradizionale e la necessità di cercare un nuovo linguaggio, che si identifichi con una più esatta visione della realtà. La crisi della narrativa verrebbe per essi ad essere il sintomo più evidente della crisi di una civiltà, che tenta di liberarsi della sua impronta tenacemente romantica ed « essenzialistica », per accogliere le sue misure esistenziali. Per Robbe-Grillet, i cui scritti teorici sono recentemente apparsi nella traduzione italiana dei Quaderni del Verri (Alain Robbe-Grillet: Una via per il romanzo futuro, Rusconi e Paolazzi, Milano, 1961), non c'è possibilità di sopravvivenza per il romanzo se non interviene un cambiamento radicale. Un certo atteggiamento culturale proprio della narrativa tradizionale ha finito col rendere impossibile una qualsiasi visione della realtà che sia libera e obbiettiva. La « letteratura)> te11derebbe, infatti, ad appropriarsi delle cose, prestando ad esse dimensioni ed emozioni che· non le appartengono, inserendo il mondo in un sistema di lenti deformanti, e « se qualcosa resiste a questa appropriazione sistematica » senza trovar posto nella complessa rete d'in~ terpretazioni che lo scrittore si va creando « ecco che nasce la comoda categoria dell'assurdo che assorbirà ogni residuo ingombrante. Ora - dice ancora Robbe-Grillet - il mondo non è nè significativo nè assurdo. Esso semplicemente è... dovremo in tutti i casi fare i conti con questa realtà di cui facevamo finta di essere venuti a capo. Le cose sono là. La loro superficie è netta e liscia, intatta, ma senza ambigui splendori e trasparenze ». Lo sforzo dello scrittore tradizionale è sempre stato teso, da questo punto di vista, a deformare la realtà, ad uso e consumo di un'arbitraria e personale interpretazione. Ma il mondo si rifiuta, nonostante tutto, di « piegarsi alle nostre abitudini di apprensione e al nostro ordine. Oggetti e cose debbono, dunque, imporsi per la loro presenza al di sopra di qualsiasi teoria che tenti includerli in un sistema di riferimento sentimentale, sociologico, freudiano, metafisico o altro ». Anche il concetto di personaggio deve allora rimanere estraneo a qualsiasi interpretazione. Il personaggio, o antipersonaggio, del romanzo futuro resterà « là, di fronte alla sua sen1plice presenza ogni commento apparirà inutile, superfluo, persino disonesto». È quindi, per Robbe-Grillet lotta dichiarata contro la narrativa tradizionale, contro i vecchi e falsi miti di profondità eh~ dominano il romanzo. Il cambiamento, come lotta all'arbitrio~ è ora necessario perché la rivolu94 I t • \ Bibliotecaginobianco

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