SPAGNA E PORTOGALLO: estrema periferia, angolo morto dell'Europa, almeno fino a quando i vergognosi ed anacronistici regimi di Franco e di Salazar le terranno segregate dal consorzio delle nazioni democratiche e al riparo dalle « tentazioni» della civiltà moderna. Sembravano condannate a intristire nel silenzio, nella rassegnazione, nell'oblio, come desiderano i due dittatori, preoccupati di nascondere agli occhi del mondo le condizioni di arretratezza spaventosa dal punto di vista economico e sociale delle popolazioni iberiche e la realtà dei loro regimi di violenza e di terrore poliziesco; invece, tornano a far parlare di sé, ad occupare le prime pagine dei giornali. In maniera più discreta, la Spagna, dove il problema della sucsione a Franco, che è quanto dire la fine in un modo o nell'altro del falangismo, si pone oramai apertamente; in maniera più clamorosa il Porto gallo. Non abbiamo qui bisogno di ricordare le recenti disavventure di _ Salazar, le tappe che segnano l'inesorabile decadenza del potere di colui che si vantava di rappresentare l' « ultimo bastione » a difesa della « civiltà cristiana » dal comunismo,· queste tappe, dall'impresa del capitano Galvao alla rivolta dell'Angola, alla perdita di Goa, alla recentissima insurrezione di Beja fanno capire chiaramente che dove non c'è libertà e democrazia là non c'è bastione che regga; e avranno un'amara delusione le classi diriBibliotecaginobianco · IN CORSIVO genti delle nazioni democratiche che si sono illuse di strumentalizzare anche le dittature di Franco e di Salazar nella lotta contro il comunismo, dimenticando che dal comunismo ci si può difendere solo opponendogli una concezione integralmente democratica. Queste classi dirigenti hanno visto con fastidio, negli anni scorsi, che esisteva un problema degli esuli politici di Spagna e di Portogallo. Gli esuli, si sa, sono persone scomode per tutti: perseguitati dai patrz governi, non trovano ospitalità facile negli altri paesi, nemmeno in quelli democratici. Accadde la stessa cosa per i fuorusciti antifascisti italiani. Ora, nell'Europa del « miracolo», i fuorusciti iberici rappresentano per molti una nota dolente e stonata. Siamo certi perciò che il nobilissimo appello rivolto nei giorni scorsi agli italian,i dal Comitato per l'amnistia ai prigionieri ed esiliati politici spagnoli perché contribuiscano all' assistenza alle f aniiglie dei prigionieri in Spagna turberà la cattiva coscienza di molti, ma incontrerà la solidarietà dei democratici e degli antifascisti. N 011 tutti sanno che una delegazione internazionale di cui faceva parte per l'Italia Filippo Caracciolo ha tentato di farsi ricevere dal ministro spagnolo della Giustizia, qualche tempo fa, per attingere informazioni sulla situazione dei prigionieri politici antifranchisti. La missione è parzialmente fallita, per- · ché il ministro falangista si è rifiutato di ricevere la delegazione; ma 87
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