Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

• ) Francesco Compagna l'on. De Martino, quando, nel gabinetto dell'on. Segni, è stato Sottosegretario agli Affari Esteri. Possiamo dire, oramai, che l'emigraziop.e . transoceanica non ci interessa più: non dobbiamo naturalmente impedire a nessuno di recarsi in Australia o in Brasile, ma non dobbiamo neanche incoraggiare l'emigrazione verso questi paesi; per le ragioni che si sono dette tante volte. Per quanto riguarda, invece, l'emigrazione verso i paesi europei, non c'è che da ripetere le cose cl1e sono state scritte alcuni anni or sono: se oggi le città che sono ai vertici del triangolo industriale padano rappresentano, per così dire, le capitali dell'immigrazione interna, « esse potrebbero diventare le capitali dell'emigrazione transalpina », potrebbero diventare, cioè, i « centri di reclutamento e di qualificazione » per la nostra emigrazione verso i paesi del Mercato comune; sia perché « sarà sempre più opportuno, al fine della qualificazione, agire su elementi già sradicati, già perduti dagli originari insediamenti, che non depauperare ulteriormente questi ultimi con una selezione destinata solo e principalmente all'emigrazione »; sia perché « sarà sempre più facile sollecitare un ulteriore spostamento di chi già ha dimostrato una incli11azione alla mobilità, che non reclutare, per i corsi di qualificazione degli emigranti istituiti o da istituire nelle città, elementi che poi potrebbero risultare non avere attitudini emigratorie» (Cfr. il mio I terroni in città, Bari, Laterza, 1959, pag. 250). C'è dunque un problema di in,oltramento delle correnti migratorie che approdano nelle zone congestionate dove si manifestano le conseguenze della « iperpolarizzazione »; ed è un problema di -coordinamento fra le migrazioni interne e quelle transalpine. E con queste indicazioni, relative all'inoltramento, come possibilità di attenuare le conseguenze dell' « iperpolarizzazione » nelle città che sono ai vertici del triangolo padano, siamo tornati al punto da cui abbiamo preso le mosse. Per concludere non ci resta che richiamare ancora una volta l'attenzione sulla necessità di fare oggi le_ cose che l'alta congiuntura consente di fare e di non rimandarle a domani, quando non sappiamo se la congiuntura sarà altrettanto favorevole e se i problemi di struttura cui abbiamo fatto cenno non si saranno irrimediabilmente aggravati: e questo vale così per i governi italiani come per gli istituti della Comunità europea. 86 FRANCESCOCOMPAGNA I I Bibliotecaginobianco . I

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