• ) Francesco Co1npagna . giarne altre, provvedimenti che semplicemente si propongono di creare nuovi strumenti di canalizzazione degli investimenti verso le regioni periferiche della Comunità o che addirittura vietino la localizzazione - nelle regioni congestionate degli investimenti di una data ampiezza quando interessano settori per i quali non è affatto detto che non sia più conveniente una localizzazione fuori delle regioni congestionate. In questo ambito, fra queste contraddizioni, potremmo dire, si pongono i problemi che le classi politiche europee devono affrontare nei prossimi anni per evitare una crisi della Comunità e per garantire quella « stabilità della espansione » che uno dei più agguerriti managers dell'Europa, Pierre Uri, indicava alcuni anni- or sono a Palermo come il criterio fondamentale cui si deve uniformare la politica economica europea (si veda nel n. 43 di « Nord e Sud », giugno 1958, il testo della relazione di Pierre Uri al Convegno di Palermo sui « problemi del Mezzogiorno d'Italia nel quadro della Comunità europea » ). E sono questi, che abbiamo genericamente indicato, i temi generali per un approfondimento dei problemi che si pongono ai fini della impostazione di una efficace politica delle localizzazioni industriali, sul piano italiano e anche sul piano europeo. Resterebbe ora qualcosa da dire per quanto concerne la politica migratoria: e anche qui giova distinguere ciò che si deve fare sul piano europeo e ciò che si deve fare sul piano italiano. Sembra che sul piano europeo si sia fatto qualche passo avanti per quanto riguarda la compensazione fra domande e offerte di manodopera, almeno nel senso che si è creato l'organismo comunitario che dovrebbe attuare questa compensazione, sia per settori che per regioni. Lo attendiamo alla prova, questo organismo, che peraltro dovrebbe assolvere a una sua funzione anche per quanto riguarda l'auspicata politica comune dei sei paesi del MEC nel campo della preparazione professionale. Ma quello che ci sembra di dover rilevare come una indicazione del 1961 è un primo accenno di insufficienza della riserva meridionale, della riserva di « terroni » : sia nel senso che si fa ora ricorso in certe zone anche all'immigrazione di spagnoli e greci, e ci si pone la questione se non si debba prima o poi fare ricorso anche a riserve extraeuropee; sia nel senso che per certi 1nestieri la domanda italiana è già in concorrenza con la domanda di altri paesi (è recente il caso dell'ENI che si è rivolto anche agli emigrati per le sue nuove assunzioni, onde potrebbe diventare - numerosi i rientri dalla Germania, o dalla Svizzera, o da altri paesi europei, per occupazioni qualificate nelle grandi aziende italiane); sia infine nel senso che in taluni settori d'occupazione (nel settore alberghiero, per esempio) la possibilità di attin84 Bibliotecaginobianco l
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