Giornale a più voci si recano in talune zone del continente; come, per esempio, nell'Italia meridionale. Si tratta di « terre calde, dove pullulano 77 milior~.i di 'varmints' ». Che cosa sono, i 'varmints '? Per interpretare esattamente il termine, ricorro al Webster, e trovo: « insetto; qualsiasi creatura indesiderabile; furfa11te ». Suppongo che il signor Fielding abbia usato il termine nell'accezione di « insetto»; non mi consta, infatti, che esistano vaccinazioni contro i furfanti (altrimenti egli le avrebbe indubbiamente consigliate). Ora, non sarò certamente io a negare che, sotto certa vernice carnevalesca, la realtà napoletana sia quanto mai miserevole e squallida; che troppi nostri concittadini (oltre duecentomila, credo) vivano di risorse precarie, tra le quali può anche rientrare, di quando in quando, la truffa al forestiero, che la sporcizia, a Napoli, sia di casa e seguiterà ad esserlo, fin tanto che resteranno immutate le condizioni economico-sociali che la determinano). Ciò non toglie, tuttavia, che talune affermazioni del signor Fielding mi sembrino, a dir poco, eccessive: nella forma non meno che nella sostanza. Ed è quantomeno singolare che nessun'altra città europea, tra le centinaia prese in esame, meriti il giudizio sprezzante che sbrigativamente liquida la nostra. Sia esso legittimo o meno, è comunque innegabile che, in quanto « voce » del bilancio turistico napoletano, la Guida compilata dal signor Tempie Fielding rappre~enti una non trascurabile passività. A questo punto mi sembra che il problema si formuli da solo. Se veramente (non a parole soltanto) si vuole impostare una seria politica turistica, neJ Mezzogiorno ed a Napoli; se ci si ripromette sinceramente di trasformare il turismo napoletano in un'industria dinamica e moderna, dotata di tutti gli strumenti atti a garantirne un sempre crescente sviluppo, allora è chiaro che qualsiasi forma di pubblicità negativa deve essere a tutti i costi evitata. Delle due, l'una: o le affermazioni del signor Fielding non rispondono a verità, e in questo caso si sarebbero dovute esigere, già da parecchi anni, smentite e ritrattazioni (ma forse il Ministero del Turismo e dello Spettacolo è troppo impegnato dai problemi della censura, per vigilare sul buon nome turistico - e non soltanto turistico - delle nostre città). Oppure Fielding dice il vero, ed in tal caso il silenzio e la passività degli organi competenti sono da deplorare con energia non minore. Di fronte a situazioni come quelle denunciate nella Guida, bisognerebbe intervenire, correre ai ripari: e qui risulta chiaro, una volta di più, come una politica di sviluppo dell'industria turistica, a Napoli, non può andare disgiunta da una politica di più ampio respiro, volta a risolvere globalmente la questione napoletana. La disoccupazione, la sottoccupazione, e, più generalmente parlando, la depressione economica della città costituiscono altrettante ipoteche, che gravano pesantemente su tutti i settori della vita di Napoli; e, per ciò che riguarda il campo più propriamente turistico, non le consentono di offrire al forestiero quella ospitalità civile - e quindi· gradita, e quindi redditizia - che costituisce, poi, l'obiettivo di ogni sana politica di sviluppo in questo settore. In conclusione a me sembra che la Guida del signor Tempie Fielding, 67 Biblic caginobianco
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