• • • Rosellina Balbi erano così sporchi, che mi avrebbero tolto l'appetito, se non avesse già provveduto a farlo il cibo». Più oltre, egli definisce « sfrontata» e « ridicola» una certa abitudine che ha il proprietario, di un locale vomerese (del quale è puntualmente fatto il nome), di passare da u11a tavola _all'altra agitando un corno d'oro. Del resto, neppure i pochi ristoranti « raccomandati » la fanno franca: parlando di uno di essi, Fielding invita i turisti a « controllare che il conto non sià stato maggiorato, per piccole cifre, dal cassiere o dal . cameriere». Altro pericolo dal quale i frequentatori dei ristora11ti napoletani debbono guardarsi, è il trucco della « sostituzione del menu ». Ne sarebbe rimasto vittima un giornalista americano; il quale, ritenendo eccessivo il conto presentatogli, avrebbe chiesto di vedere ancora una volta la lista delle vivande, per un controllo dei prezzi. Al che, il cameriere gli avrebbe presentato un menu diverso da quello consultato all'atto dell'ordinazione: naturalmente con prezzi sensibilmente più alti. A proposito del cameriere. Come riuscire, si chiede il signor Fielding, a pronunciare una parola tanto difficile? Risposta: si può seguire l'esempio di un altro giornalista americano, certo Earl Wilson. Secondo quanto ci racconta il Nostro, a Wilson sarebbe stato suggerito di sostituire, all'impossibile parola italiana, la frase inglese: « Come here, Mary » (Vieni qui, Maria), dalla pronuncia vagamente simile. Wilson ci si sarebbe provato tre volte, ma sempre senza successo. Senza successo, s'intende, nei confronti del cameriere; ché ben tre ragazze a nome Maria sarebbero accorse al richiamo. Altri aspetti ancora, dell'attrezzatura turistica napoletana, sono oggetto dell'attenzione del signor Fielding; senza tuttavia che il suo complessivo giudizio sulla città ne risulti minimamente modificato. Per non dilungarmi, accennerò soltanto alla sua opinione circa le « attrazioni notturne » napoletane. Egli le definisce generalmente « honky-tonk » (termine equivalente, press'a poco, al nostro « barraccone da fiera ») e « delittuosamente care ». Alcuni, tra i locali notturni della città, sarebbero addirittura frequentati dai borsaioli; e assai scadenti le bibite cl1e vi si servono, ancorché versate da bottiglie recanti etichette di marca. Anche in questo settore, dunque, Napoli vivrebbe all'insegna della truffa al forestiero: ciò che fa del napoletano (sia pure con numerose eccezioni), osserva obiettivamente il signor Fielding, « uno degli ospiti più infidi della Penisola». Confesso che alcune immagini suscitate nella mia mente dalla prosa di Fielding (come quella del tassista in lacrime per il tentativo di truffa andato a male, o degli uomini di a:ffari impegnati nella « doppia » conversazione, di bocca e di mano) mi muoverebbero al riso, se non misurassi le conseguenze negative che una siffatta propaganda (che dura imperturbata, a quanto sembra, dal 1948) può determinare sul flusso turistico americano verso la nostra città. Tra l'altro, avevo dimenticato di dire che, il signor Fielding, pur considerando in linea di massima soddisfacente la situazione sanitaria europea, suggerisce tutta una serie di vaccinazioni a coloro che 66 Bibliotecaginobianco I I l
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