Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

Giornale a più voci Sono fortemente incline a sospettare che la maggior parte degli imbroglioni italiani, a parere del signor Fielding, sia concentrata nella zona di Napoli. Se, difatti, il giudizio conclusivo sul popolo italiano è, sia pure con qualche riserva, assolutorio, non così quello su Napoli ed i suoi abitanti. · La sentenz~ di condanna è già nascosta nella sigla in codice che accompagna il nome della nostra città, nella tavola cui accennavo più sopra. La definizione di Napoli è, difatti, la segue11te: « 1 T X ». Già conosciamo il significato della cifra 1 (un giorno è sufficiente a visitare la città) e della lettera X (grande afflusso, chissà poi perché, di americani durante la stazione turistica). Ma la lettera T? essa sta per « Tourist-trap atmosphere »: che, se il mio inglese non mi inganna, vuol dire « atmosfera intrappola-turisti ». Tale interpretazione è confortata dal fatto che Napoli è successivamente definita come « la più disonesta fra le grandi città del continente europeo». Come si vede, il signor Fielding non ricorre a perifrasi, per manifestare i propri convincimenti. Ma entriamo in qualche particolare. Anzitutto, al Nostro non garbano i Commissari Prefettizi; e Napoli ne possedeva per l'appunto uno, all'epoca in cui l'edizione del 1961 della Guida veniva data alle stampe. Il Commissario, ricorda Fielding, « ha recentemente sostituito il signor Lauro, il Sindaco Riformatore che ha fatto miracoli. I napoletani non sono riusciti a mettersi d'accordo sulla persona di un sindaco, nelle ultime elezioni ( ?), e pertanto il Commissario Prefettizio continuerà ad amministrare la città. Fintanto che da questo caos politico non verrà fuori un po' di ordine», egli conclude severamente, « il nostro affetto per quella che è la terza città italiana deve continuare ad essere tiepido ». Che mortificazione. È ben vero che Napoli possiede un certo numero di « attrazioni»: le quali includono « il Vesuvio, uno _dei golfi più stupendi del mondo, Castel Sant'Elmo e l'ex monastero di San Martino, il Teatro San Carlo, 499 chiese, i pittoreschi venditori di granturco, detti 'spigaioli ', e canzoni come ''O sole mio' e 'Funiculì Funiculà' ». Per contro, non bisogna dimenticare che, in tutto il corso della loro storia, i napoletani « hanno sempre considerato la truffa allo straniero come un passatempo che unisce l'utile al dilettevole»; sì che la città suggerisce al signor Fielding l'originale motto « Vedi Napoli e cadi morto». Questa, nelle linee generali, la pr~sentazione che della nostra città offre al pubblico degli Stati Uniti e del Canada il signor Temple Fielding. Approfondendo il suo studio, il Nostro prende quindi in esame la cucina napoletana: la conclusione è che essa è « altamente mediocre », quando non sia, addirittura, « francamente spregevole». È soltanto a Napoli (e, generalmente parlando, nell'Italia Meridionale), che può riscontrarsi nei cibi la presenza dell'aglio; mentre « nessun'altra grande città italiana vanta ristoranti più sporchi e più sciatti». Perciò, eccezion fatta per quattro o cinque locali, Fielding sconsiglia vivamente tutti i ristoranti napoletani; di taluni, anche rinomati, giunge a dire: « Sono stufo del loro sudiciume, del loro personale sgarbato, e della sensazione di essere 'pelato' ogniqualvqlta ceno in uno di essi ». Di un altro notissimo ristorante, osserva: « •.. quei cavernosi locali 65 Bibliotecaginobianco --

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==