Editoriale nuare a fare tranquillamente quello che hanno fatto ·fino ad ieri. Troppo facile, troppo semplice, e troppo comodo anche: perché l'ideologia e la politica di tipo staliniano hanno conf armato anche l'ideologia e la politica del PCI e non basta condannarle per liberarsene. La cosiddetta via italiana al socialismo non era altro pei comunisti del PCI che una tecnica di conquista del potere, che una volta realizzata avrebbe dato luogo ad una costruzione statale dello stesso tipo di quella sovietica e dunque staliniana. Pertanto, una volta negato a fior di labbra lo schema staliniano, può restare valida la formula della « via italiana », può restare valida come tecnica di conqitista del potere; ma essa non illumina affatto sitl tipo di stato che si vorrà costruire una volta che si sia conquistato il potere. Per in,dicare quale sia questo tipo di stato bisogna condurre a fondo l'analisi del rapporto tra stalinismo e stato sovietico, porsi il problema del leninismo e l'altro problema dell'accordo di democrazia e libertà da una parte e partito unico e centralismo democratico dall'altra. Insomma i comunisti italiani dovrebbero porsi le stesse questioni che i loro compagni sovietici tendono ad evitare: e il contesto nel quale i sovietici pensano ed agiscono può far comprendere che essi tendano ad evitare quelle questioni, il contesto in cui pensano ed agiscono i comunisti italiani, che è un contesto democratico, agevola invece la meditazione e la discussione dei temi che si sono detti. Il fatto, perciò, che i comunisti italiani continuino a menare il can per l'aia è itna prova di più dell'immobilità ideologica e politica dell'attuale classe dirigente del PCI. In effetti, dopo una prin1a discussione in sede di Comitato Centrale, nel corso della quale da qualche parte si era accennato alla volontà di conditrre una revisione prof onda delle vecchie posizioni, i dirigenti comunisti hanno riportato la situazione al punto di partenza, trasf ormando il processo di revisione in una sorta di gesto liturgico, senza nessun significato politico. E le risoluzioni e le conferenze-stampa che si sono registrate nell'ultimo mese non hanno fatto che confermare la volontà ferma di evitare ogni discussione di fondo. Si deve dire, anzi, che posti innanzi al problema: verità o rivoluzione, il loro riaffermato compiacimento di essere stati dalla parte della rivoluzione rLa mostrato come in sostanza la vecchia impalcatura ideologica coi cui schemi si erano difesi fino ad ieri i delitti di Stalin è restata al suo posto. E si deve aggiungere che il fatto che essi abbiano continuato ad adoperare il termi11e « rivoluzione » invece di quello di « stato totalitario » ha mostrato quanto superficiale sia stata l'incidenza su loro del processo di destalinizzazione. Tutto ciò porta, a nostro giudizio, alla semplice conclusione che l'attuale classe dirigente del PCI continua 4 • Bibliotecaginobianco
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