Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

• • ) . Franco Simoncini che il mondo comunista appare oggi, se pure confusamente, gremito di fermenti e venato di conati d'articolazione, che la regìa sovietica potrà forse incanalare in un coordinato gioco delle parti, ma che non nascono di per s~ .come gioco delle parti. ~ questa constatazione sottolinea anche maggiormente quanto sia interessante, denso di responsabilità e folto d'incognite, di possibilità e di rischi l'attuale momento politico mondiale, quando si consideri come, se pure in un quadro del tutto diverso, notevoli fermenti e ricerche d'articolazione si rivelano anche nel campo atlantico. È certo che nel panorama del congresso la posizione più vivace e più interessante è apparsa quella della CGIL. Abbastanza vicine alla posizione italiana sono apparse le delegazioni dei paesi scandinavi, dell'Austria, della Polonia, di Cipro, della Jugoslavia: un complesso di paesi che non hanno complessivamente molto peso nel mondo comunista, ma che rappresentano posizioni vive ed interessanti sotto il profilo econ.omico e politico. Fra essi, due paesi in cui il partito comunista è al potere: la Polonia, un paese in cui contano molto anche i fattori religiosi e l'antica diffidenza verso la vicina Russia, un regime che ha assorbito nella morbida linea di Gomulka i fermenti di rivolta che minacciavano di condurlo a una tragedia di tipo ungherese; la Jugoslavia, che nella via nazionale al socialisn10, nell'autonomia e nel policentrismo vede la legittimazione delle proprie tesi, della propria esperienza storica e dei propri ·complessi rapporti con l'occidente e col mondo afro-asiatico. Agli antipodi, naturalmente, la Cina e la piccola Albania, pietra di paragone della contesa russo-cinese, su cui confluiscono le invettive di Mosca e i vezzeggiamenti di Pechino. Alle due grandi, la Russia e la Cina, toccava tuttavia un ruolo assai complesso. La delegazione cinese rimaneva ostentatamente fredda di fronte all'esaltazione francese del mito unitario, ma contrastava ogni ammorbidimento del programma presentato dallo stalinista Saillant. I russi applaudivano Saillant e Frachon, annacquavano il vino troppo generoso degli italiani, ma attenuavano, almeno nella misura che può essere avvertita in un linguaggio da iniziati, l'invettiva contro l'USA, e facevano sostanziali concessioni al principio dell'unità articolata. Un'impressione ammonitrice si è avuta dalle tendenze rivelate, se pure in modo impreciso, dai paesi ex coloniali: non solo questi paesi sono tendenzialmente pronti ad abbeverarsi con entusiasmo alla fonte comunista, ma appaiono anche assai sensibili alla suggestione della versione cinese del comunismo. Il che si spiega abbastanza facilmente, quando si consideri che essi escono da una notte peggiore di quella dello zarismo, giacciono in condizioni di estrema arretratezza economica, non sono passati attraverso alcuna rivoluzione democratica, non hanno nè una classe politica, nè un'ind1:1stria, nè una borghesia, nè un ceto medio. Per popoli in condizione siffatta, appena usciti dallo schiavismo, già il _nazionalismo e perfino la rivolta razzista rappresentano delle prese di coscienza rinnovatrici; onde un comunismo duro, polemico ed aggressivo può trovare in· simili situazfuni un terreno ideale . 44 \ Bibliotecaginobianco

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