Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

Note della Redazione l'inchiesta deve anzitutto stabilire, come ha scritto il «Mattino» (non «L'Unità»), se si potrà continuare a viaggiare su queste linee, se è conveniente, ai fini della sicurezza di tutti, « nazionalizzare » le « Calabro-Lucane », o se è più conve_niente - come a noi sembra - sostituirle con linee auto~ mobilistiche, magari gestite dalle Ferrovie dello .Stato. Le popolazioni di certi comuni possono essere servite assai meglio dalle corriere che dalle cosiddette « littorine ». Comunque non è possibile, dopo quanto è successo, attendere che scada fra 24 anni il capitolato di concessione della gestione alla Edison. · E non è possibile, infine, tollerare che ciò che è avvenuto per le f errovie debba ripetersi per le strade e per le autostrade: cioè, non deve accadere che, mentre il paese rinnova la sua rete di comunicazioni e mentre l'autostrada diventa una necessità, una premessa di sviluppo economico, si continui per il Sud a concedere i piccoli lavori pubblici, ad accontentarlo con stradette secondarie che, come le ferrovie a scartamento ridotto delle « Calabro-Lucane », servano a collegare i paesini. Una politica del genere sappiamo dove porterebbe: a fare del Mezzogiorno una regione di seconda classe, a « scartamento ridotto », ed è un tema di meditazione, questo che sottoponiamo a quei democratici socialisti e non, che vedono, nel 1962, il problema della viabilità e quindi delle autostrade nel Sud negli stessi termini in cui poteva vederli Salvemini cinquant'anni fa. I I caso Hirsch Può darsi che sulla questione dei prodotti agricoli abbia ragione la Francia; e che non ci sarà Europa comunitaria se i prodotti agricoli non potranno essere liberamente scambiati sull'area della Comunità, se i prezzi non potranno formarsi su un mercato unico, se il peso finanziario dei surplus - come scrive « Le Monde » - graverà soltanto sul paese che ha la... sfortuna di produrre alle migliori condizioni. Se così fosse, e a noi sembra che sia così, auguriamoci che, quando questa nota sarà pubblicata, la questione dei prodotti agricoli sarà stata risolta con piena soddisfazione della Francia. Auguriamoci, cioè, che gli altri paesi della CEE abbiano « cuore europeo » per accollarsi i sacrifici che l'interesse comunitario - in questo caso coincidente con l'interesse nazionale della Francia - richiede. Fin da ora, però, la questione dei prodotti agricoli va confrontata con un'altra questione, a proposito della quale non sembra che l'interesse della Francia, nazionalisticamente inteso, coincida con l'interesse comunitario. Nel suo numero di Natale « Le Monde», in sede di commento alle difficoltà incontrate dai Sei per addivenire ad una politica agricola comune, ha scritto: « ratificando il trattato di Roma, il nostro paese ha creduto al Mercato comune, non soltanto, cioè, a una zona commerciale nell'ambito 37 Bibliotecaginobianco ,. .

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