NOTE DELLA REDAZIONE Scartamento ridotto Il. tragico, incredibile disastro ferroviario di Gagliano in Calabria, che la vigilia di ·Natale ha fatto 70 vittime, ci sembra esemplare di uno stato di cose anacronistico e non più tollerabile che qui, nel Mezzogiorno, dura da troppo tempo e troppo a lungo ancora, da parte di molti, si vorrebbe procrastinare. L'episo.dio nei suoi particolari è ormai universalmente noto: una carrozza ferroviaria, sulla linea Cosenza-Catanzaro a scartamento ridotto gestita dalle « Ferrovie Calabro-Lucane», a pochi chilometri da Catanzaro si stacca dal convoglio e finisce in un burrone; pochissimi coloro che riescono a scampare alla morte; due paesi, Saveria Mannelli e Decollatura, gettati nel lutto. Poi, il dolore esplode in quelle forme irrazionali, violente che non sono nuove in queste contrade, e la folla assale le stazioni, blocca i treni, danneggia il materiale ferroviario; per alcuni giorni, in Calabria, la forza pubblica è costretta a scortare i convogli per assicurare il funzionamento del servizio. Intendiamoci, disastri ferroviari accadono in tutte le parti del mondo, anche, anzi soprattutto, sulle linee più moderne e progredite. Ma in Calabria, in Basilicata, si può star certi, le vittime dei disastri ferroviari non sono vittime del progresso, della velocità; sono il tributo di lutto che si paga allo stato di incredibile arretratezza in cui versano i servizi essenziali, sono il segno della inferiorità di questa parte del paese, sono un assurdo e tragico anacronismo. Del resto, fermiamoci per un momento a considerare i particolari della disgrazia, i protagonisti, le cause, i fatti. La linea è gestita da una società privata, la Società Ferrovie del Mediterraneo che non è che una delle tante incarnazioni della Edison. Questo solo fatto, della gestione da parte di una società privata di una linea ferroviaria, è per se stesso sintomatico; perché, data la situazione attuale dei trasporti ferroviari, dato il deficit di gestione che le ferrovie quasi in tutte le parti del mondo vanno accumulando, non è pensabile che un.a società privata si ostini a gestire una linea ferroviaria, per giunta in una zona .economicamente arretrata, se non si riprometta di cavarci buoni margini di utile attingendo alle due uniche fonti di risorse di cui può disporre in questi casi: alle casse dello Stato e all'economia fino all'osso nella manutenzione e nella gestione. E chi ha viaggiato sugli sgangherati trenini di Calabria, di Basilicata e di Puglia, chi ha fatto solo per una volta esperienza di quella che in dette regioni è universalmente nota come la « ferrovia di cartone », ha visto con quanta parsimonia la società privata a1nministri le linee che lo Stato ha lasciato a pascolo esclusivo. L'aspetto anacronistico della vicenda, potremmo dire paradossale, sta in questo: nell'ostinazione con cui la società, privata, filia35 Biblio\ecaginobianco
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