Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

• Vittorio de Caprariis mi ferisce, lo colma di gioia ». Questo giudizio è esatto ancora oggi: con l'avvertenza, tuttavia, che il nostro problema non è di conservar~ per pochi i vantaggi della disuguaglianza, ma di garantire a tutti. j vantaggi dell'uguaglianza e della libertà. E per questo scopo mi sembra che, proprio perché la società democratica di massa è quella che si è detta, la funzione e la responsabilità delle élites si siano a dismisura accresciute. Diciamolo francamente: nella società democratica di massa v'è bisogno di élites assai migliori di quelle che detenevano il potere cent'anni fa, meglio preparate, più responsabili ed evolute, meglio consapevoli delle tanto più immani responsabilità che gravano sulle loro spalle. E c'è anche bisogno di una circolazione più corretta di queste élites, di un continuo processo di ricambio e di collaborazione tra le classi politiche propriamente dette e le classi dirigenti in generale. Non è mia intenzione studiare qui le modalità istituzionali con cui si possa dare pratica attuazione a queste esigenze; ma mi pare un fatto indiscutibile che queste esigenze vi siano e comincino a premere tutt'intorno a noi. Forse queste osservazioni appariranno pessimistiche; probabilmente riusciranno impopolari. Ma credo opportuno che si comincino a dire queste cose e che si cominci a riflettere su questi problemi senza timore d'impopolarità: l'avvenire della nostra libertà e della nostra civiltà dipende in parte anche dalla nostra capacità di trovare le soluzioni necessarie. 34 VITTORIO DE CAPRARIIS I i Bibliotecaginobianco

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