Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

Vittorio de Caprariis Elementi di Scienza politica si è tentati di rispondere in modo perentoriamente affermativo alla prima domanda, poiché in quelle opere il connotato dell'organizzazione appariva addirittura come una « cospira:- .zione » della minoranza governante per tenere in sudditanza la maggioranza governata. Se si guarda, invece, alla seconda parte degli Elementi di Scienza politica (che com'è noto si può leggere nell'edizione del 1923), allora per lo stesso Mosca il problema diventa più complesso e una risposta tagliente e risolutiva molto più difficile. Poiché già qui possiamo cogliere un superamento della distinzione manichea di governanti e governati, di ceto dominante e ceti subalterni, già qui possiamo avvederci che per Mosca l'intera società non è costituita soltanto di due parallele che non s'incontrano mai, e che una più sfumata analisi delle stratificazioni sociali prende il posto di quella troppo semplice contrapposizione: la società politica è ormai colta da Mosca nelle sue articolazioni (non tutte certamente, ma sicuramente le più importanti), oltre che nel vario gioco di equilibri e di contrappesi che si esercitano attraverso la separazione delle funzioni sociali e (nei pasi liberali) dei poteri. E in conseguenza i connotati cospirativi del momento dell'organizzazione della minoranza dirigente tendono a scolorirsi, per cedere il posto ad un tipo di organizzazione che verrebbe voglia di definire meno illegittimo. Se muoviamo dalla sec~nda parte degli Elementi di Scienza politica, dunque, la linea di sviluppo da Mosca a Dorso non presenta alcuna brusca interruzione, ed anzi si può parlare di svolgimento abbastanza coerente (anche l'idea di Dorso di una classe dirigente che comprende tutte le élites politiche, economiche ed intellettuali e di cui quella politica sarebbe come una sorta di « comitato direttivo » era già in Mosca: « al di sotto del primo strato della classe dirigente ve ne è sempre, e quindi anche nei regimi autocratici, un altro più numeroso, che comprende tutte le capacità direttrici del paese », si può leggere nell'aggiunta del '23). Ma, si potrebbe chiedere, non v'è un salto qualitativo tra il Mosca della prima edizione degli Elementi di Scienza politica e quello della seconda edizione? Anche qui mi sembra difficile una risposta risolutamente affermativa: le aggiunte del '23 rappresentano un approfondimento ed un affinamento della dottrina, la conquista di una visione della realtà politica più complessa ed aderente alle cose, uno svolgimento, insomma, e non uno snaturamento delle posizioni di partenza. Bobbio ha ragione quando osserva con molta finezza che la teoria perde nella sua formulazione liberaldemocratica una parte del suo mordente; ma questo era già avvenuto in Mosca, poiché già nelle aggiunte del '23 la formula della classe, politica non ha più quel suono 26 Bibliotecaginobianco

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