Le élites e la democrazia famoso di Wright Mills, The Power Elite. Chiunque abbia scorso questo libro .non può non essere stato colpito dall'acre moralismo polemico che ispira l'autore e che si esercita non solo contro quelle che egli ritiene le attuali « élites del potere » negli Stati Uniti (oligarchie. economiche, politiche e militari), ma in generale contro- la nozione stessa e la realtà medesima di ceto dirigente. Wright Mills, che passa oggi in America e fuori d'America per uomo di sinistra, magari incline alle simpatie comuniste, che passa per uomo moderno e consapevole, è in realtà un progressista americano vecchio st~le, un personaggio tipico delle generazioni dei progressisti americani dei decenni a cavaliere tra i due secoli, i quali vedevano incarnata nel passato del loro paese l'utopia democratica, e a quella città divina in terra del passato contrapponevano le tristi realtà politiche, economiche e sociali tra le quali vivevano: insomma un relitto del passato e non un uomo moderno. Il rancore contro le élites di Wright Mills non deriva tanto dal fatto che egli trova particolarmente odiose le élites che a suo giudizio detengono attualmente il potere nel suo paese, quanto dall'altro fatto che la sua concezione mitica della democrazia lo porta a credere che ogni élite sia in sé e per sé una degenerazione dalla giusta e buona forma di governo. D'altro canto le critiche che negli Stati Uniti sono state mosse a The Power Elite non sono state ispirate innanzi tutto dall'esigenza di denunciare questo pregiudizio moralistico in nome di una più rigorosa disamina scientifica della questione, ma piuttosto sono state dettate da un dottrinarismo democratico altrettanto pregiudiziale e moralistico. Mi sembra significativo, in effetti, il fatto che Dahl (A Critique of the Ruling Elite Model, i11 « An1erican Politica! Science Review », giugno 1958) non abbia tanto criticata l'impostazione generale di Wright Mills o la sua trattazione delle élites in America, ma abbia impostato la questione in modo da negare addirittura la possibilità di accertamento dell'esistenza e dunque la possibilità dell'esistenza stessa di una élite. Ed un'ulteriore riprova di questa segreta tendenza a condannare le élites o addirittura a .negarne l'esistenza si può trovare in molti dei contributi su questo problema che furono recati a Stresa al Congresso mondiale di sociologia, nel settembre del 1959 e che ora sono stati pubblicati in un elegante volumetto, presso l'editore Laterza, a cura di Renato Treves (Le élites politiche, Bari, 1961). Il problema delle élites e della loro funzione nella vita politica democratica va impostato prescindendo ·da ogni pregiudizio moralistico o di dottrinarismo democratico vecchia maniera. E da questo punto di vista mi sembra molto acuta e pertine11te la osservazione fatta da 23 Bibliotecaginobianco
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