Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

Giuseppe Ciranna cosa dall'esaltazione fascista dello Stato. Ma, a prescindere da queste considerazioni, e tralasciando ogni riferimento ideologico, la verità è un'altra: se c'è una parte politica che meno di tutte ha sentito, _in qu~sto dopoguerra, il dovere di contribuire al rafforzamento dello Stato e non ha avuto, quindi, quel senso dello Stato che si vanta di possedere, questa è la destra, in tutte le sue varie coloriture. Non abbiamo bisogno, per questo, per convalidare la nostra asserzione, di riferirci al sovversivismo che è tradizionale di talune forze di destra in Italia, né all~ posizione assunta dai monarchici e dai fascisti nei confronti della Costituzione repubblicana e democratica, perché il problema e il giudizio, più che i fascisti e i monarchici, investono le forze della destra moderata, laica e cattolica; riguardano in primo luogo i liberali non meno cl1e certi settori della destra cattolica; e riguardano una « costante » dell'atteggiamento del partito democristiano nella sua opera ormai quasi ventennale di partito al governo. Basta, per convincersene, dare uno sguardo alla cronaca politica di questi anni e considerare l'atteggiame11to tenuto dalla destra moderata tutte· 1e volte che si poneva il problema dell'adeguamento della macchina burocratico-statale, non diciamo alle esigenze di rinnovamento democratico postulate dalla Costituzione, ma alle esigenze stesse della vita moderna profondamente modificat~ rispetto ad appena qualche. anno fa. Oggi si scopre, anche da organi di stampa moderata, che gran parte della nostra legislazione in materia di lavori pubblici, di intervento statale, di controlli pubblici, è fonte di intralci, di lentezza, di anchilosi burocratica; si scopre che la macchina statale così com'è non può andare più avanti; ma intanto la destra moderata continua ad opporsi ad ogni discorso serio sù di una riforma sostanziale dei metodi e delle strutture della pubblica amministrazione in Italia, rifiuta perfino di discutere le indicazioni che per la soluzione di un siffatto problema sor10 implicite nella Costituzione e che non si dovrebbe più trascurare di prendere in considerazio11e. Come un simile atteggiamento possa aver contribuito a dare prestigio allo Stato, come esso provi l'asserita superiore coscien~a della forza e dei diritti dello Stato in coloro che l'hanno espresso costantemente tutte le volte che il problema della decrepitezza di ordinamenti e strutture veniva riproposto dalle forze della sinistra democratica, è cosa difficile da capire. In verità, come ha scritto giustamente « La Voce Repubblicana», è mancata, negli anni scorsi, la volontà politica di riformare lo Stato, di attuare l'adeguamento di questo alle nuove e non più prorogabili esigenze. 11 conservatorismo, la paura delle novità, ma soprattutto il 16 Bibliotecaginobianco I I

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