Nord e Sud - anno IX - n. 25 - gennaio 1962

Cronaca Libraria nata da Carlo Della Corte e Alcide Paolini, e pubblicata dall'editore milanese Sugar. L'intento degli autori era appunto quello di fornire per la prima volta una documentazione che servisse a testimoniare della varietà e dell'imponenza di una mania, tipicamente italiana, divenuta oramai un « fatto » sociale di notevoli proporzioni, e nello stesso tempo di darne una interpretazione complessiva che, nell'attuale rapporto tra cultura e società, indicasse le ragioni essenziali del fenomeno e i mezzi per combatterlo e limitarlo. In questo senso il progetto di Della Corte e Paolini era quanto mai interessante: e, a prima vista, l'impianto dell'opera corrisponde proprio alle esigenze a cui accennavamo e sembra prometterè uno svolgimento dell'assunto davvero stimolante ed originale. La mistificazione - infatti - si apre con un lungo saggio introduttivo dedicato a cultura e società in Italia per ospitare poi una scelta abbastanza ampia di seri tti e di lettere firma ti da grafomani di ogni classe sociale e di ogni città. Purtroppo, però, né l'una né l'altra sezione del libro ci sembrano riuscite. Soprattutto la tesi, che è al centro dello studio introduttivo, si rivela confusa e inaccettabile: gli autori attribuiscono il disorientamento e le illusioni degli aspiranti scrittori all'attuale struttura della società italiana organizzata ancora sulla base del « capi tale e dello sfruttamento del lavoro ». Di qui Della Corte e Paolini fanno derivare tutta una serie di affermazioni e di dati (alcuni dei quali - sull'analfabetismo, sulla diffusione delle riviste letterarie, sulle speculazioni di editori poco scrupolosi - fondati e già noti) che dovrebbero bastare alla dimostrazione dell'assunto iniziale: la società italiana è la « matrigna » da cui la vera cultura deve difendersi in ogni occasione; è la causa di ogni male, perfino della grafomania. È facile rendersi conto che una tale Bibl"-otecaginobianco impostazione non solo non chiarisce, dal punto di vista sociologico, le radici in cui affonda un fenomeno come quello descritto, ma addirittura aumenta la confusione intorno al proble1na· essenziale del rapporto cultura-società in Italia. Qua e là, però, nello stesso saggio introduttivo si ritrovano i punti essenziali di un discorso serio e documen ta to sulla sottocultura: dall'influenza negativa della cosiddetta provincia ai primi effetti dell'instaurarsi, in alcune zone, degli usi e delle forme della società di massa, dalle deficienze della scuola e delle classi dirigenti ai particolari aspètti che il feno1neno assume nel Sud. Ma manca la precisazione dei dati essenziali, come i termini « cultura» e « incultura», e più ancora una visione di fondo che organizzi le singole intuizioni e le collochi in un quadro organico della società italiana degli anni sessanta. La polemica contro la « società matrigna » e contro il capitalismo prevale quasi sempre sull'analisi serena della situazione, con il risultato a cui si è accennato. La medesima impressione di superficialità si ricava leggendo la parte antologica, composta di brani spesso poco significativi, anche se non mancano, nella corrispondenza rinvenuta negli archivi di alcune case editrici scritti interessanti, e non solo dal punto di vista psicologico. In conclusione, il tentativo di Della Corte e Paolini, caduto in un momento così propizio a indagini a carattere sociologico non ha fornito un contributo valido al chiarimento del problema affrontato. La mistificazione avrebbe potuto essere la prima inchiesta documentata su un fenomeno di grande interesse nel nostro paese, mai analizzato a fondo negli anni scorsi: e si è rivelata invece un mosaico di disordinate intuizioni pseudosociologiche, niente affatto giustificate dagli strani brani letterari inclusi nel volume. N. T. 125

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