• Marco Cesarini Sforza della « autonomia » in termini di contrasto con il resto d'Italia e con l'Europa. 2. - Che tutto quanto è accaduto nel Sud in questi quindici o ve1?-ti anni in cui ho potuto percorrerlo spesso in posizione di osservatore privilegiato, mi reca testimonianza d'una esigenza unitaria, in termini europei più che nazionali, assolutamente determinante. È soltanto collegandosi quanto più strettamente possibile alle centrali della democrazia e del progresso tecnico,· scavalcando le dirigenze locali, che il Sud può svilupparsi: scavando nella sua storia non può trovare che inutili detriti e materiale di spurgo. In questo senso è stata reazionaria e immobilistica sia la parola d'ordine della « terra ai contadini », e cioè d'un risorgimento meridionale basato (nella seconda metà del secolo XX!) sull'economia agraria, sia, tanto più, la parola d'ordine dell'alleanza dei cosidetti ceti produttivi locali con le classi lavoratrici, sia il milazzismo di Majorana della Nicchiara che quello di La Cavera. Egualn1ente conservatrice e reazionaria è stata la portata della primitiva enunciazione relativa all'alleanza dei contadini del Sud con gli operai del Nord, anche se di questo fallimento la colpa non va certo al Mezzogiorno. È che la dizicne << operai del Nord » voleva dire, nella testa dei suoi enunciatori, semplicemente l'organizzazione e, anzi, la dirigenza d'un partito politico che, contemporaneamente, rinunciav~ alla rivoluzione operaia. Quello slogan veniva così a significare l'alleanza tra due immobilismi, condita da un equivoco rinvio dell'operazione rivoluzionaria ad un mitico futuro, ad una improbabile palingenesi. 3. - Che tutto quanto è accaduto di positivo nel Sud è accaduto quando la situazione si è mossa fuori dall'ambito del colonialismo e del neo colonialismo. MARCO CESARINI SFORZA 122 Bibliotecaginobianco · (_
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